A Roma la farmacia di strada
In via della Lungara a Roma, presso i locali dell’ambulatorio del centro di accoglienza gestito dai volontari dell’associazione VO.RE.CO., è nata la prima farmacia di strad a romana. Un progetto sperimentale partito un anno fa per far fronte al problema degli oltre 4 milioni di italiani (dati Istat) obbligati a rinunciare a prestazioni mediche per motivi economici. Il 16 settembre la farmacia ha aperto le porte, grazie soprattutto al lavoro dei farmacisti volontari che nel corso di tutto l’anno si sono occupati dell’organizzazione e della gestione del magazzino dove sono stati raccolti i medicinali donati dalle aziende aderenti ad Assogenerici e da quelle che collaborano con Banco Farmaceutico. Tra i medicinali che riempiono gli scaffali si trovano principalmente analgesici, antipiretici, antipertensivi e gastrointestinali. Ovviamente i farmaci vengono distribuiti secondo le prescrizioni mediche rilasciate dai 6 ambulatori solidali di Medicina solidale, una rete realizzata con il supporto dell’Elemosineria Apostolica e in collaborazione con l’Ateneo di Roma Tor Vergata.
Negli ambulatori transitano quotidianamente oltre 50 persone, circa 12 mila pazienti l’anno per un totale di 150 mila pazienti presi in carico da Medicina Solidale e oltre 3 mila minori. La maggior parte sono stranieri o italiani con gravi difficoltà economiche o senza fissa dimora, che hanno bisogno di una terapia complessa o duratura con conseguente difficoltà nel reperire tutti i farmaci adeguati e per un tempo indefinito.
Per questo Medicina solidale, Banco Farmaceutico, Assogenerici e Fofi si sono messi insieme per raccogliere farmaci per un valore di oltre 88 mila euro garantendo così a tutti una copertura farmacologica e con la possibilità di richiedere direttamente alle aziende farmaceutiche i farmaci esauriti. Un atto concreto che può davvero fare la differenza, salvare la vita a quelle persone che altrimenti non si presenterebbero in ospedale per paura di essere rifiutate, un progetto per andare incontro a quelle “periferie esistenziali” indicate da papa Francesco.