«La famiglia è il collante della società»
L’aria qui a Dublino è diversa dal solito. Le continue pioggerelline sono interrotte da sprazzi di sole che riverbera sui volti di tante famiglie che in questi giorni hanno colorato l’Irlanda. Ieri sera al Croke Park c’è stata un’esplosione di gioia. Aldilà di ogni previsione, almeno 40 mila irlandesi si sono uniti ai papà e alle mamme provenienti da tutto il pianeta per dire che «il Vangelo della famiglia è gioia per il mondo».
È bello vedere bambini e ragazzi che con i loro genitori giocano piacevolmente insieme con i tanti sacerdoti e vescovi, in questa terra ferita dagli scandali. La Chiesa irlandese oggi sta rinascendo attraverso il pane della fraternità universale, che qui si può assaggiare in abbondanza. Proprio ieri sera abbiamo avuto una buona notizia: i 150 profughi della nave Diciotti non dovranno più vagare senza meta. Circa 25 li ospiterà l’Albania (poveri che aiutano i poveri), altrettanti l’Irlanda (qui il papa ha toccato i cuori), e un centinaio le comunità della Chiesa cattolica italiana, che da sempre nelle parrocchie e tra i fedeli fa accoglienza.
È come stare dentro il miracolo della moltiplicazione dei pani. Papa Francesco infatti, dopo i canti e le ricche testimonianze, si è messo a dialogare con le famiglie, come fossimo sul prato insieme a Gesù. Con la sua tenerezza ha risollevato gli animi dicendo: «Siete stanchi? Lo sono anch’io».
Non parlava solo di una stanchezza fisica. Dublino infatti era bloccata e migliaia di genitori, per partecipare al Festival delle famiglie, hanno dovuto fare 5 chilometri a piedi, con passeggini e carrozzine e bambini al seguito, come un grande pellegrinaggio.
Quello che intendeva il papa era una stanchezza interiore, quella che si avverte quando i problemi economici, le lacerazioni affettive, le situazioni difficili di salute, procurano una sorta di tristezza paralizzante. È li che il Vangelo illuminando la croce diviene antidoto, cura le ferite e restituisce la gioia. C’era una densa aria di fraternità ieri sera e, aldilà delle lingue e dei colori della pelle differenti, negli occhi si leggeva la corrispondenza dell’altro.
C’era soprattutto un vero clima di festa. Davvero, come ha detto Papa Francesco, «voi famiglie siete la speranza della Chiesa e del mondo».