La fabbrica dei sogni

Tutti protagonisti all'asilo nido di Gavi, una struttura mantenuta in vita dall'impegno di tanti.
La fabbrica dei sogni
Per un attimo Mattia guarda insospettito lo sconosciuto che sono io, poi lascia le braccia della mamma e si abbandona fiducioso tra quelle di Chiara. Il teleobiettivo della macchina fotografica è tutto suo, tutto da scoprire, e ahimè le impronte delle manine sono già lì sulla lente. Siamo nell’atrio della Fabbrica dei sogni ad osservare i bimbi che arrivano felici al nido di Gavi, comune della provincia di Alessandria al confine tra Liguria e Piemonte. La storia di questa struttura è davvero molto interessante perché ha coinvolto l’intero paese.

 

Da sempre gli abitanti di Gavi ci tengono al proprio patrimonio culturale fatto di tante tradizioni: dal dialetto, ai costumi, all’arte culinaria. Essendo un luogo di passaggio, nel tempo sono sorte fior di bettole, ristoranti e vinerie. Gavi, famoso per l’eccellente vino, ha dato i natali ai ravioli, ma è stata anche una delle prime città ad avere una illuminazione elettrica pubblica, ottenuta da una piccola centrale le cui turbine erano alimentate dalle acque del torrente Lemme, dirottate in un vicino lago. Gente intraprendente dunque, che sa valorizzare le capacità di ciascuno e metterle a servizio di tutti.

 

È successo così anche questa volta. Era in gioco la continuazione o meno dell’attività dell’asilo nido sorto nel 2005 da una cooperativa sociale che, trascorsi i primi due anni, non ritenendo più vantaggiosa sul piano economico l’attività, aveva deciso di interrompere il servizio. È qui che la Fabbrica dei sogni diventa un fatto di tutti gli abitanti del paese, anche se a farsi coinvolgere per prime sono le famiglie dei diciotto bambini iscritti, soddisfatte del servizio. Ma come mantenere in vita questa struttura unica ed accogliente, dove l’impegno di un gruppo di educatrici s’è conquistata la fiducia delle famiglie?

 

Ad accettare la sfida è proprio una di queste educatrici, Chiara, che decide di assumersi la responsabilità di rilevare da sola questa attività. Rimaneva poco tempo – racconta – e le cose da fare erano davvero molte: dalla trattativa per ottenere la struttura alla ricerca della formula migliore per la gestione di un impegno così importante; dalla preoccupazione di come sostenere le spese per l’arredamento, all’assunzione del personale, e tanto altro. Mi sono assicurata di trovare figure educative da inserire che avessero il mio stesso entusiasmo e senso d’amore per gli altri, così ho scelto Lucia che con la sua musica rallegra tutte le giornate, Emma che con le sue mani d’oro ci prepara ottimi pranzetti, Francesca sempre disponibile e volenterosa, e Michela laureata in Scienze dell’educazione.

 

La concretezza di Chiara piace ai genitori che le offrono sostegno e tanti aiuti concreti. Il primo è la conferma dell’iscrizione al nido dei loro bimbi. Poi don Tommaso, giovane sacerdote della zona, mette in contatto Chiara con l’associazione Dimora, legata alla Compagnia delle Opere, di cui fa parte Sarah, la quale viene più volte a Gavi da Milano per prestare gratuitamente la sua consulenza professionale. Anche l’amministrazione comunale non ha difficoltà a volturare le autorizzazioni in tempo per permettere di aprire l’asilo nel giorno programmato. Dall’Asl arriva in un batter d’occhio la certificazione di funzionalità. Nasce così l’associazione La fabbrica dei sogni.

 

Ma c’è da fare la tinteggiatura dei muri, da acquistare i nuovi giochi, da montare gli armadietti, da ritagliare le figure colorate e attaccarle alle pareti come arredo. E allora, qual è il problema? Arrivano i nonni, gli zii; chi non può offrire un contributo manuale collabora in mille altri modi. Durante l’estate tutti lavorano e per l’inizio dell’autunno è tutto pronto. Attualmente sono ventiquattro i bambini che frequentano il nido, al completo della ricettività. Ma le richieste sono molte di più, e già per il prossimo anno c’è chi si è accaparrato il posto, tanto da far pensare che si potrebbe aprire una seconda sezione.

 

Il bello della Fabbrica dei sogni però è che si tratta di un’associazione dove davvero tutti sono protagonisti. A cominciare da Michela, che sta terminando di prendere l’abilitazione all’insegnamento tramite la quale potrebbe lavorare nel pubblico dove la retribuzione è superiore e sicura. Da due anni lavora qui e assicura che nelle sue esperienze precedenti non ha mai trovato una realtà tanto positiva. Se dovesse descrivere questo piccolo mondo con una parola, Michela direbbe: Amore, perché questo è il sentimento che ci guida ogni giorno e che vorremmo insegnare ai nostri bambini. L’amore per gli altri e per la vita come ci insegna Gesù. C’è un grande bisogno di educare al rispetto – dice – e noi pensiamo che sia fondamentale iniziare questo percorso già con bambini così piccoli. La sera torno a casa distrutta, ma serena, e il sorriso dei bimbi mi accompagna. Interviene una giovane mamma: Chiara ha creduto nel suo sogno e noi genitori, vista la sua passione, l’abbiamo sostenuta nelle tante e difficili decisioni da prendere. Si è formato anche un buon gruppo di lavoro che ha contagiato Michela e Lucia, che si sono buttate generosamente, e la Fabbrica è partita. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. I bambini sono sereni, amati, e i genitori possono svolgere il loro lavoro tranquilli sapendo che i loro figli sono in buone mani. Sono certa – conclude Chiara – che una struttura così valida non solo continuerà, ma anche migliorerà perché tutto ciò che è vissuto per amore Dio la benedice.

 

E i bimbi? Stamattina Cristian, Camilla, Mattia, Gianni, Gabri hanno svolto le loro attività, tra esercizi motori, pittura, disegno e chi scrive nel frattempo è stato eletto nonno da Cristian. Ma è ora di smettere: lo si capisce dall’ottimo profumo proveniente dalla cucina dove i bimbi aiutano ad apparecchiare, dopo essersi lavati le mani.
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