La Divina Mimesis

Alessandro Preziosi e Michele Rabbia il 18 aprile protagonisti, al teatro Vascello di Roma, del terzo appuntamento della rassegna Doppio assoluto. Le voci intorno al suono
alessandro preziosi

Un attore e un musicista. Voce e batteria. Poesia e improvvisazione. Alessandro Preziosi e Michele Rabbia sono i protagonisti del terzo appuntamento della rassegna “Doppio assoluto. Le voci intorno al suono”, in programma al teatro Vascello di Roma lunedì 18 aprile.

 

Michele Rabbia, che vanta collaborazioni con musicisti prestigiosi e collaborazioni che si estendono dal teatro alla danza, dalla letteratura alla pittura, accompagna la recitazione del noto attore in questo recital di grande suggestione.Il titolo La Divina Mimesis”, riflette, nel tema della rassegna, il rapporto metalinguistico tra Pasolini e Dante, come nel dialogo in scena tra parola e musica. Indica, nello stesso tempo, un commento al testo dantesco, che per Pasolini è "mimesi" (o imitazione) della realtà e dei linguaggi che si adottano per rappresentare la vita, così che i testi possano circolare di continuo, aprendosi su orizzonti dell’opera imitata e dell’opera nuova che da quella scaturisce.

 

Come Pasolini intraprende un suo "Inferno" in chiave dichiaratamente autobiografica sdoppiandosi in Dante e in Virgilio, così la narrazione di Preziosi si sdoppia in parola e musica. Diventa paesaggio sonoro percussivo che ci accompagna nell’inesauribile confronto con la letteratura e la realtà del nostro tempo. E come Dante, Pasolini è critico caustico del suo tempo, ma attualizza al presente il testo dantesco, immagina un viaggio nell’oltreterra, con una guida, che non è Gramsci né Rimbaud, che egli sente come simili, o, ironicamente, Chaplin, ma comunque, come Virgilio, un poeta. Ovvero Pasolini stesso. O meglio un doppio di se stesso: il "poeta civile" che Pasolini era negli anni Cinquanta, con la passione per il popolo, la storia, l’ideologia, il mito e lo stile.

 

Questo viaggio nell’Inferno è, in Pasolini, un viaggio nell’Irrealtà che non è fuori di noi. Al contrario, "altro luogo non è che il mondo": un universo sociale percorso dal consumismo, dal crollo dei valori precipitati nella "volgarità" e nel "conformismo" e dalla tremenda fine degli ideali di "altezza morale" e "onestà intellettuale". Una generazione politicamente e socialmente ridotta a "un’ombra, una sopravvivenza" che annovera tra i mali peggiori, sul piano esistenziale, l’ignavia e che risulta oggi di straordinaria attualità.

 

Al teatro Il Vascello di Roma, lunedì 18 aprile.

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