La disonestà non paga
Quattro mila le vittime potenziali delle intercettazioni illegali del settimanale inglese “News of the world”. Ultimo numero il 10 luglio.
168 anni di scoop. 8.674 edizioni. News of the world (nella foto la redazione con l’ultimo numero) del magnate Rupert Murdoch ha fatto largo uso di intercettazioni illegali, dal 2000 al 2007, senza disdegnare il pagamento e la corruzione della polizia per preziose informative trafugate. Tre milioni di copie a base di sesso, sangue e perversioni si vendono con gli scandali, perché c’è una domanda popolare di gossip seriale per sfuggire alla monotonia della propria vita privata e avere l’impressione di entrare nell’olimpo degli dei, rappresentato dalle celebrità. Il gossip, inoltre, è un’arma di ricatto. Quale politico, calciatore, attore non si sentirebbe minacciato dal potere di un giornale che può rovinare per sempre la sua reputazione con rivelazioni pruriginose?
Lo scandalo ha indignato l’opinione pubblica per la scoperta dell’intrusione nel cellulare di Milly Dowler, una tredicenne rapita e uccisa nel 2002. È un giornalismo d’assalto, disonesto, in cui il fine non giustifica i mezzi usati e che il corpo sociale rigetta. La disonestà, alla lunga, non paga. È, in fondo, una buona notizia per riscoprire la dignità e il senso del limite di una professione esposta a mille interessi e pressioni.