La dignità ritrovata
Dai bidoni della spazzatura e dalla capanna di bambù alla laurea. L'amore che va e torna a Bukas Palad.
«Pane! Pane!», grida Virgil lungo le strade di Cebu. Gli occhi mezzi chiusi, lo stomaco vuoto, attende un acquirente, mentre la città comincia a svegliarsi.
Deve uscire prima dell’alba se vuole ricavare pochi spiccioli, grazie ai quali acquistare una tazza di riso e un sacchettino di verdura cucinata per tutta la famiglia: mamma, papà, un fratello, tre sorelle e lui, il più grande.
Ha 9 anni e il suo compito non è ancora finito: anziché uno zainetto per la scuola, mette sulle spalle un sacco per raccogliere “tesori nascosti”, rovistando nei bidoni della spazzatura abbandonati lungo la strada. Un pezzo di ferro, una bottiglia di vetro che poi la madre vende a imprese di riciclaggio, mentre lui ha affidata la sorellina di quattro mesi.
Il padre lavora in una macelleria, il salario lo spende per ubriacarsi e ogni momento è buono per picchiare la mamma. Virgil ha solo lacrime e preghiere per difenderla, in cuor suo giura vendetta: da grande l’avrebbe ucciso… Ma la storia va diversamente.
Qualcuno bussa alla sua porta. «All’inizio si faceva così, andavamo in giro nelle baraccopoli per cercare persone in necessità. Oggi il centro sociale è conosciuto e le persone vengono spontaneamente». È Daniela che racconta, per oltre dieci anni referente sul posto di Afn e una delle operatrici di Bukas Palad, nel servizio a 1200 famiglie di nove baraccopoli inglobate in una città cresciuta a dismisura fino al mare. «Se sai da quale cunicolo infilarti – dice – ti trovi in un’area edificata alla meno peggio. Lamiera, pezzi di legno, cartoni e cellophan assemblati in vario modo costituiscono le case».
Virgil abita lì, in una capanna di bambù con una sola lampadina ed è uno dei primissimi bambini inseriti nel progetto di sostegno a distanza avviato da Afn a Cebu nel 1987: «Quando per un attimo mi fermo a pensare come ero qualche anno fa – racconta Virgil –, ringrazio Dio per avermi fatto incontrare Bukas Palad e i miei sostenitori, che con il loro amore mi hanno restituito dignità, speranza e forza di cambiare vita».
Grazie alla generosità a distanza di tante persone, il centro offre un’assistenza medica, sociale e legale. Vi è un programma di prima igiene e nutrizione, con cui 90 bambini ricevono almeno un pasto al giorno e sono accolti in una scuola materna. Vi collaborano persone che hanno riscattato la propria vita e desiderano fare altrettanto per gli altri. Il “progetto studente” è volto a garantire l’istruzione dei ragazzi fino alla laurea, per offrire loro maggiori opportunità di lavoro, attraverso un orientamento delle scelte a seconda della capacità di studio. Ciò rappresenta per tutta la famiglia l’opportunità per uscire dalla condizione di indigenza e sottrarsi alla minaccia della violenza, della prostituzione e della droga. Nelle Filippine, infatti, c’è un senso di coesione familiare molto forte. Quando uno dei figli maggiori riesce a trovare un lavoro, quasi automaticamente si prende cura dei più piccoli.
È anche il caso di Virgil. Quando finalmente mette piede in una classe ha 11 anni e una grande determinazione a non sprecare questa opportunità. Ogni anno viene premiato con vari riconoscimenti.Laureatosi in matematica, lavora attualmente per una catena di ipermercati come space manager, studiando lo spazio occupato dai prodotti e la loro disposizione sugli scaffali. Con il suo stipendio sostiene le spese scolastiche delle sorelle che abitano con lui a Mandaue, al nord di Cebu, dove ha affittato un appartamento, semplice ma dignitoso. Giusto in tempo, prima che la madre mandasse via tutti di casa per stare con un altro uomo.
A Bukas Palad è a disposizione dei più piccoli, dando lezioni di matematica. Nel motto che ha appreso – «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» – scopre quotidianamente il fondamento della gioia profonda e di un cambiamento interiore autentico. Con l’amore trovato, ha potuto coprire il risentimento e il dolore sofferto ed ha accolto in casa anche il padre.