La dignità, l’umiltà e la coerenza

Monti annuncia le dimissioni per non infangarsi col suo governo in una guerriglia parlamentare suicida. "Al voto, al voto!". Ma come?
mario monti

Berlusconi ci aveva abituati alla genialità dei suoi colpi a sorpresa. Ha trovato qualcuno più forte di lui: Mario Monti. Che in qualche modo continua nella sua coerente visione di una politica senza infingimenti. Se Alfano ha dichiarato che l'avventura del governo dei tecnici è finita, bisogna prenderne atto. E rassegnare quindi le dimissioni.

Il "patto Abc" (Alfano-Bersani-Casini) è stato rotto: ognuno ha quindi le mani libere per posizionarsi come meglio crede in vista delle elezioni. Anche Monti, quindi, che ha incassato la comprensione di Napolitano e il plauso di gran parte dello scenario politico, Pdl compreso. Ora le elezioni sembrano annunciate per febbraio (forse il 17-18, forse il 23-24), mentre entro Natale verranno approvate, come promesso da tutti, le leggi di stabilità e bilancio.

E, probabilmente, i decreti Ilva e Sviluppo bis. Il resto cadrà nel dimenticatoio, compresi i provvedimenti per la riduzione delle provincie e la legge elettorale (ovviamente), con grandi sospiri di sollievo da parte di chi considera la politica come il luogo privilegiato per fare i propri interessi (individuali o partitici): saranno ancora le segreterie dei partiti a stabilire chi siederà in Parlamento e chi no. Gongolano in molti, compresi quei segretari che avevano detto tutto il male possibile sul Porcellum.

Tre note, a caldo, mi sembrano poter riassumere la situazione; o, meglio, tracciare un cammino auspicabile verso le elezioni: 

a) l'atto di Monti, ben meditato anche nella tempistica per non irritare i mercati e non avvelenare i pozzi della politica, non è solo un atto di dignità personale del premier, ma è una decisione che ridà dignità alla politica intesa come ricerca del bene comune;

b) l'umiltà dell'atto di Monti pare il naturale risultato di un più generale atteggiamento di umiltà politica: la democrazia deve portare a guardare al bene comune, e quindi al volere del popolo, come primario. C'è da sperare che quest'atteggiamento venga fatto proprio da chi scenderà nell'agone politico delle elezioni, anche alla luce di quest'anno di governo di emergenza che ha ridato significato alle parole e ai numeri che escono dalla bocca dei governanti;

c) la coerenza viene invocata più o meno da tutti gli attuali leader politici. E sia. Ma sappiano tali leader che il tempo della demagogia sta finendo, nonostante il richiamo fatto da Monti a Cannes; o, meglio, gli annunci demagogici se anche portassero a un qualche successo elettorale s'incaglierebbero ben presto nell'opposizione della comunità internazionale, economica e politica, portando probabilmente al naufragio della "Barca Italia". Chi se ne assume la responsabilità?

Monti scenderà in campo? Il Pd si alleerà con l'Udc? Che farà il Grande Centro? Riuscirà Berlusconi a recuperare lo svantaggio? E Grillo vale il 10 o il 20 per cento? Lo vedremo presto. Speriamo nella dignità, nell'umiltà e nella coerenza dei giocatori in campo.

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