La dignità della persona, per contrastare e prevenire ogni tipo di abuso

«Lo scandalo di pochi è la conseguenza della mediocrità di molti». Giovedì 7 luglio il Centro Evangelii Gaudium di Loppiano (Firenze) proporrà un corso online sulla necessità di contrastare e prevenire ogni tipo di abuso. Uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale
Abusi nella chiesa. Applicare l'insegnamento di papa Francesco (AP Photo/Alessandra Tarantino)

L’iniziativa promossa dal Centro Evangelii Gaudium è stata avviata un anno fa con riferimento in particolare ai formatori. Viste le notevoli richieste provenienti da più parti si è arrivati ora ad una seconda tappa.

Tutti i soggetti del popolo di Dio potrebbero essere interessati anche se ci si rivolge, principalmente – ma non unicamente –, a quanti sono coinvolti nella formazione permanente dei presbiteri e dei diaconi, dei religiosi e delle consacrate, come anche dei fedeli laici.

Significative le tematiche proposte e qualificati i relatori coinvolti dal responsabile del corso, prof. don Alessandro Clemenzia, e dal moderatore prof. Stefano Lassi: suor Tosca Ferrante, padre Amedeo Cencini, don Gottfried Ugolini, don Marco Baleani, prof. Vincenzo Corrado.

L’obiettivo? Offrire uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale: abusi di potere, di coscienza, di autorità che lasciano aperte ferite dilanianti quanto le violenze sessuali. Come non ricordare l‘appello di papa Francesco nell’Udienza generale del 6 ottobre 2021:

«Sorelle e fratelli. Ieri la Conferenza episcopale e la Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi hanno ricevuto il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle aggressioni e delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Ne risultano, purtroppo, numeri considerevoli.

Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per i traumi che hanno subito e la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna, per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera. E prego e preghiamo insieme tutti: “A te Signore la gloria, a noi la vergogna”: questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi e voi, cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento, incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova, che è dura ma è salutare, e invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti. Grazie»[1].

Concluso facendo riferimento al discorso di Francesco ai Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori del 29 aprile 2022. Vi ha affermato infatti che se non ci dovessero essere progressi nella trasparenza e nella responsabilizzazione «i fedeli continuerebbero a perdere fiducia nei loro pastori, rendendo sempre più difficile l’annuncio e la testimonianza del Vangelo».

L’azione di Francesco si pone in continuità con l’azione dei precedessori[2]; ha istituito la Pontificia Commissione per la tutela dei minori (22 marzo 2014) e per evitare che ci si fermasse alla condanna, ha invitato a stare dalla parte delle vittime e a sollecitato più volte a promuovere una cultura della dignità della persona, coinvolgendo l’intera comunità ecclesiale chiamata a conversione e a maggiore trasparenza.

Francesco nella Lettera al popolo di Dio (20 agosto 2018), propone riflessioni che interpellano l’intero popolo di Dio. Il testo fu anticipato da una conferenza stampa, venerdì 17 agosto 2018; nella Dichiarazione, si afferma: «La Chiesa deve imparare dure lezioni dal passato e che dovrebbe esserci un’assunzione di responsabilità da parte sia di coloro che hanno abusato, sia di quelli che hanno permesso che ciò accadesse. […] Coloro che hanno sofferto sono la sua priorità, e la Chiesa vuole ascoltarli per sradicare questo tragico orrore che distrugge la vita degli innocenti».

Trasparenza, quindi, e amore per la verità per ritornare credibili, in particolare con le giovani generazioni: si è nascosto, mentre il silenzio su questi crimini è inaccettabile! “Chi può far male ai bambini non deve restare nel ministero” e “Nessuno dica: non mi riguarda” (“Avvenire”, sabato 23 febbraio 2019).

Si tratta dell’assunzione di responsabilità da parte dell’intera comunità per cercare di recuperare la fiducia che si è persa, perché tradita; è necessario ripensare i percorsi formativi, in particolare, dei seminari o degli studentati e noviziati, perché «lo scandalo di pochi è la conseguenza della mediocrità di molti – così si esprime padre Amedeo Cencini, psicologo canossiano –. Se non riusciremo a radicare questa consapevolezza, non servirà la tolleranza zero» (“Avvenire”, mercoledì 20 febbraio 2019).

Nella Chiesa si parla molto del tema della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili[3], come delle procedure per giungere a concrete e efficaci Linee-guida, si tratta di procedere in questa direzione. Un aiuto può venire dal valorizzare la Giornata di preghiera per le vittime degli abusi introdotta dai Vescovi italiani e celebrata per la prima volta giovedì 18 novembre 2021, in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale istituita dal Consiglio d’Europa.

[1]Cf. M. Uwineza, Una teologia della memoria in tempi di abusi sessuali commessi dal clero, in “La Civiltà Cattolica” 2021 IV 169-179 | 4112 (16 ott/6 nov 2021). Si offre una riflessione sull’appello del 6 ottobre 2021.

[2]Cf. A. Cencini, È cambiato qualcosa? La Chiesa dopo gli scandali sessuali, Dehoniane, Bologna 2015.

[3]Utile consultare il sito del servizio nazionale per la tutela dei minori (www.tutelaminori.chiesacattolica.it).

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