La dama delle camelie alla Scala di Milano
Capolavoro di drammaturgia coreografica “La Dame aux camélias” di John Neumeier, del 1978, che ha viaggiato per il mondo, non conosce l’usura del tempo. Anzi. Il tempo ne mette in luce, ad ogni ripresa e visione, nuovi dettagli, ulteriori spunti e sfumature della complessità di una storia d’amore tra le più struggenti della letteratura. Creato da quel genio di Neumeier per il Balletto di Amburgo, compagnia che dirige dal 1973, il titolo ha aperto la stagione della Scala di Milano con grande successo, come era prevedibile, per i protagonisti in scena: Roberto Bolle e Svetlana Zakharova nei panni rispettivamente di Armand e di Marguerite Gauthier. Ma va segnalato anche il secondo cast – da noi visto – che ha ottenuto un successo meritatissimo, ovvero la coppia, in scena e nella vita, Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko al loro debutto nel ruolo. Ruoli non facili per la ricchezza di psicologia che Neumeier, puntiglioso e colto autore della danza narrativa, e non solo, immette nei movimenti dei personaggi, e che i due interpreti restituiscono con grande carica emotiva e diversità di sentimenti specie nei celebri pas de deux, in bianco del II atto, in nero del III.
Sempre rispettoso delle fonti letterarie – qui il romanzo e non il dramma di Alexandre Dumas figlio – Neumeier fa iniziare il balletto proprio come il romanzo, e cioè la vendita all’asta di vestiti e oggetti della povera vittima del mal sottile, la cortigiana Marguerite, dopo la sua morte. A lei tocca la stessa triste sorte della Violetta di “Traviata”: scoprire l’amore vero in un giovane succube del padre e patire la sua rinuncia ma senza il consolatorio ricongiungimento al capezzale della morte. La vicenda dei due amanti si confonde poi con quella di Manon e del Cavaliere Des Grieux, il libro che Armand regala a Marguerite, vicenda che funge da specchio dei protagonisti con la rievocazione del loro primo incontro a teatro. Così “Manon” si riverbera nel loro amore sino ad assurgere a incubo di Marguerite totalmente identificata, alla fine, nella frivola eroina del romanzo. Sulla musica meditativa di Chopin, il pianismo di preludi, sonate e ballate si presta al duetto degli amanti, e il sinfonismo dei concerti alle scene corali.
Viscontiani nell’eleganza dei costumi e nelle trasparenze sceniche, e con una costruzione dal forte taglio cinematografico, con flashback del montaggio, i tre atti di “La Dame aux camélias” di Neumeier si attengono all’evanescente distanza della memoria dove tutto riaffiora dal sentimento residuo e dal ricordo di Armand. Che si raggelerà, infine, quando la furtiva governante gli consegnerà il diario di Marguerite contenente pagine appassionate con la verità del suo amore. E qui cala il sipario. Le repliche hanno visto altri importanti debutti con Emanuela Montanari accanto a Claudio Coviello, e il 31 di dicembre provenienti dall’Hamburg Ballett la coppia di guest Anna Laudere e Edvin Revazov.
“La Dame aux camélias” , coreografia: John Neumeier, dal romanzo di Alexandre Dumas (figlio), musica Fryderyk Chopin, direttore Theodor Guschlbauer, scene e costumi Jürgen Rose, luci John Neumeier. Nuova produzione, allestimento del Royal Theatre, Copenhagen. Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala. Milano, Teatro alla Scala, prossime repliche il 10 e 13 gennaio 2018.