La crisi minaccia anche Hollywood?

Il bilancio del 2012 al botteghino dimostra come i film che hanno prodotto i migliori incassi sono quelli adatti a tutta la famiglia
film les miserables

Nelle vicinanze di Hollywood, precisamente a Santa Monica, vive padre Willy Raymond. Insieme con la sua Congregazione della Santa Croce è direttamente coinvolto in produzioni adatte alle famiglie, nell’organizzazione di eventi e festival per il cinema. Il suo punto di osservazione è quindi doppio: cristiano e cinematografico.

Oggi padre Willy Raymond è direttore di Family Theater, un’organizzazione fondata da padre Patrick Peyton nel 1947, che si occupa di evangelizzare la cultura usando i mezzi di comunicazione di massa per educare, intrattenere e ispirare la vita delle famiglie. Per questo Family Theater produce documentari e opere teatrali per la televisione, cinema e Internet e promuove, anche se per ora è sospeso, un concorso per giovani studenti di cinema chiamato Angelus Student Film Festival. Lo intervistiamo, nella seconda tappa del nostro viaggio attorno il magico mondo di Hollywood.

Quali sono le tendenze del cinema hollywoodiano?
«Per gli studios di Hollywood la tendenza sembra essere quella di continuare a produrre grandi blockbuster, film come The Hobbit, Twilight. E, allo stesso tempo, l’uso dei personaggi dei fumetti che permettono la serialità in più episodi: Avengers, Batman. Inoltre presto, si vocifera, saranno prodotti molti film con storie tratte dalla Bibbia: su Noè, Maria e altri. Il bilancio del 2012 al box office, di nuovo, dimostra come i film che hanno generato migliori incassi sono family friendly, adatti a tutta la famiglia».

Che strade, linee editoriali e di pensiero seguire per il futuro?
«Mi sembra che gli studios continueranno a produrre con determinate formule di successo grandi film con sequel o basati su libri. Anche se molti di questi film commerciali sono stati dei veri flop economici e sono andati male sul mercato nazionale americano come, per esempio, Lanterna verde, John Carter, Battleship».

La crisi morde anche negli Usa o gli incassi vanno a gonfie vele?
«La situazione economica per gli studios di Hollywood va bene per ora, ma è fragile. Alcuni studios sono come dei grandi dinosauri, incapaci di adattarsi velocemente in un mondo che cambia velocemente. Per esempio, non possono avere più avere il monopolio per la distribuzione perché le case di distribuzione cinematografiche sono diventate potenti e in grado di negoziare direttamente con i produttori. I cinema stessi stanno passando alla conversione al digitale che costa 70 mila dollari per ogni schermo. Sono alti costi che, però, permetteranno di bypassare gli studios. Inoltre una società cinese ha già acquistato una grande casa di distribuzione, la AMC Theaters».

Ma c’è crisi anche a Hollywood?
«In questo momento la situazione economica è delicata, anche se le entrate al botteghino sono aumentate rispetto all’anno scorso. Ci sono, però, maggiori difficoltà nel reperire fondi per produrre nuovi film e tutti sono molto cauti nel fare investimenti e nell’affrontare i rischi. Forse con il miglioramento della situazione economica si troveranno più fondi per fare film. Una pellicola di costo intermedio va dai 20 ai 30 milioni di dollari, di basso costo da 1 a tre milioni di dollari e per grandi film si va dai 100 milioni in su. Il fatto che molte produzioni siano fatte a Vancouver e a Toronto danneggia gli studios di Hollywood».

Quali sono i tuoi film preferiti per gli Oscar 2013 e perché?
«Penso che Lincoln dovrebbe vincere l’Oscar come miglior film e Daniel Day Lewis come migliore attore. Mi è piaciuto anche I Miserabili (nella foto) per molte ragioni: perché è un rischio produrre un musical e perché è un grande e bellissimo film. Inoltre  sono ben esposti la preghiera, i sentimenti e le figure religiose. Il lato positivo ‒ Silver Lining Playbook è una storia straordinaria di persone ferite nell’animo che riescono a guarire con l’amore. Vita di Pi è solo una inusuale meravigliosa esperienza raccontata in modo creativo e tecnologico e con attori superbi».

Argo, a sorpresa, ha vinto il Golden Globe come miglior film contro il favorito Lincoln?
«Argo è veramente un gran del film, ben diretto, recitato e pieno di suspence. Penso che è piaciuto ai Golden Globe perché non è solo un film americano, ma è internazionale. Ben Affleck ha talento come regista, e la sceneggiatura e i dialoghi sono ottimi».

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