La credibilità di Dio

Una riflessione a tutto campo. Uno stimolo, per credenti e no, a lasciarsi interrogare nel profondo. L'ultima fatica di Piero Coda.
Piero Coda

Numerosi libri, trasmissioni televisive, dibattiti e convegni hanno riproposto con forza, negli ultimi tempi – a volte anche in chiave di confronti serrati e interventi che in certi casi parevano vere e proprie provocazioni –, il tema di Dio, della sua esistenza e credibilità.

Questione fondamentale, quella di Dio, che si presta poco non solo alla spettacolarizzazione, ma anche ad affermazioni mal documentate – nel parlato e peggio ancora nello scritto –, al pressappochismo e alla superficialità. Un simile tema richiede al contrario di essere ponderato, pensato e riflesso più in profondità. Proprio perché tocca il desiderio di verità e senso che ciascuno si porta dentro, lì dove ci si misura con la bellezza e la drammaticità del proprio vissuto, con gli interrogativi fondamentali e il “perché” dell’esistenza.

Esempio significativo, adeguato e competente di affrontare questa tematica, nella forma di una intervista, è il volume Dio crede in te, in uscita da Rizzoli, del presidente dell’Associazione teologica italiana, Piero Coda, uno degli esperti del mondo intellettuale cattolico impegnato nel dialogo non solo con i rappresentanti di altre confessioni cristiane e fedi, ma anche con esponenti della “sponda laica” della scienza e della cultura odierna.

 

Nelle cinque parti del volume – “Dio vuole proprio te”, “L’identikit del Padre”, “E se la fede avesse ragione”, “L’identità della Chiesa e il dialogo” e “Al bivio tra bene e male”, l’autore accetta di confrontarsi con un insieme particolarmente ricco di tematiche, senza tralasciare quelle sollecitate nelle recenti pubblicazioni di Augias, Pesce, Cacitti, Mancuso ed altri, a proposito non solo della rivelazione cristiana (in particolare l’ispirazione e l’interpretazione della Sacra Scrittura, la cristologia, l’ecclesiologia), ma anche della filosofia e della cultura in genere.

Il libro si presenta così come una vera e propria miniera, in cui è possibile trovare “luce” di fronte a diverse questioni tra le più discusse, quali il significato della fede, la rivelazione, la salvezza, le affermazioni del Credo cristiano sull’Uni-Trinità di Dio, la vera divinità e vera umanità di Gesù, la sua esistenza storica, la preghiera del Padre nostro, il rapporto tra Primo e Nuovo Testamento, il valore dei cosiddetti Vangeli apocrifi, l’identità della Chiesa ecc.

In vari punti del volume si chiariscono le importanti distinzioni concettuali tra teismo, deismo e panteismo; si rilegge in modo profondo e originale il senso della vicenda dell’ateismo e dell’agnosticismo; si fornisce un’attenta disamina di ciò che unisce ma anche differenzia le principali religioni, con un atteggiamento di attento e rispettoso dialogo interreligioso, ma anche di schietta e consapevole coscienza dell’originalità e della specificità della religione cristiana.

Filosofia e teologia – nel rispetto della loro distinzione e irriducibilità reciproca, ma anche nella prospettiva più arricchente della loro interazione e circolarità –, sono coinvolte nell’esprimere al meglio le loro possibilità proprio lì dove Coda, fine cultore di entrambe, si misura con interessantissimi temi di confine.

Per fare solo qualche esempio, il maschile e il femminile in Dio, il “nulla”, il valore della persona umana come immagine e somiglianza di un Dio che è amore e perciò relazione, il concetto di creazione e il suo rapporto con le prospettive evoluzionistiche, le attuali sfide della tecnica, il valore e la “consistenza” intellettuale ed esistenziale delle prove dell’esistenza di Dio, il peccato originale, il male, l’immortalità dell’anima, fino alla “sofferenza in Dio”.

 

Raccomandiamo dunque una lettura attenta non solo agli addetti ai lavori, ma anche a tutti coloro che sono interessati alle tematiche religiose. Il libro è, infatti, sia un prezioso compendio di risposte e sagge argomentazioni, sia un profondo stimolo a lasciarsi sfidare – nella propria esperienza di credente, ma anche a partire dalle convinzioni di chi non crede o si dichiara indifferente – dalle questioni che maggiormente si innestano sul proprio vissuto personale e sul mistero che da esso promana.

Dal volume scaturiscono una concezione della fede che non oppone ma integra l’aspetto della conoscenza con quello dell’esperienza, e una prospettiva nella quale i discorsi teologico, filosofico e scientifico vengono rispettati nella loro indole, ma fatti interagire fruttuosamente.

Di fronte alla debolezza attuale nei confronti del tema della verità, si propone la prospettiva del logos – tanto cara a Benedetto XVI – per sanare la spaccatura tra fede e ragione, un logos che è amore; l’evento pasquale della croce e della resurrezione di Gesù diventa chiave interpretativa fondamentale per “abitare” in una nuova sapienza, quella che è di casa nei mistici e nei santi.

 

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