Quando la coppia si perde di vista

Come ritrovarsi e mettere ordine tra ruoli, esigenze e prospettive nella vita di famiglia.

L’impressione di essere saliti sul treno dell’altro è il vissuto di molti coniugi che vivono accanto a uomini o donne in carriera, spesso accompagnato dall’affaticamento derivante dall’accudimento dei figli e sovente da un isolamento sociale.

L’innamoramento, la relazione, l’avvio della famiglia, l’arrivo dei figli tutto si svolge in sequenza e troppo velocemente senza un piano concordato. Viene a mancare il tempo di riflettere su ciò che accade nel mentre che le cose accadono per metabolizzarne il cambiamento.

Viene a mancare la possibilità di parlarne e maturare strategie e scelte comuni, valutando tra le possibili inesplorate alternative. Uno dei due si ritrova a dover far posto all’altro, a supplire all’assenza non preventivata dell’altro, mentre contemporaneamente il coniuge accelera il passo sul lavoro, vuoi per una spinta verso l’autorealizzazione, vuoi per una necessità finanziaria della famiglia crescente.

Ci si trova sul treno in corsa, con la sensazione di non poter fare diversamente e pienamente immersi nel tentativo di evitare una frenata brusca ed indesiderata. Questa condizione coinvolge soprattutto le donne che più frequentemente pospongono seppur momentaneamente il loro lavoro per la maternità. È un processo che si avvia da solo senza che nessuno dei due se ne accorga. Quando lo si realizza ci si trova già impelagati tra pannolini, poppate e ninne nanne.

Mirta si trova dopo 6 anni di matrimonio e tre bambini sull’orlo di una crisi identitaria: “tutta mamma” di giorno e di notte. È disposta a sostenere il marito nei suoi progetti, a prendersi cura dei figli, ma dall’altro lato avverte come la sensazione che in un dato momento lei sia salita sul treno dell’altro, il treno è in corsa e lei non può e non vuole scendere ma al contempo non sa più ritrovarsi. Si chiede: dove è finita la sua femminilità, il suo essere donna, sommersa sotto macchie di pappa, docce mancate e carenza di sonno? Dov’è la moglie, col papà che di ritorno dal lavoro è risucchiato dai figli? Dove sono finiti i suoi progetti personali? Sono solo sospesi, abbandonati, sotterrati o potrà prima o poi riprenderli in mano?

Per non parlare delle relazioni sociali, lo sport, il tempo libero. L’unica cosa che rimane sono le vacanze di famiglia in cui spesso è difficile rigenerarsi. Quello che Mirta avverte è che anche solo affrontare l’argomento con il marito diventa difficile, come se i due non riuscissero ad ascoltarsi fino in fondo e dirsi le cose senza alzare i toni della conversazione. Quello di cui hanno veramente bisogno è ricentrarsi come coppia. Sommersi dalle nuove esigenze e divisi tra figli e lavoro non vedono una via di uscita comune.

La prima cosa da ripristinare è il dialogo di coppia rimasto sospeso per renderlo più chiaro, meno implicito e rimproverante, più flessibile, costruttivo e generativo di nuove idee. A questo scopo può servire un aiuto professionale. Il pensiero sotto stress si riduce ad un binario unico, sopraffatto da un profondo senso del dovere non si vede una via di uscita. Il passo a sentirsi inermi, senza possibilità di aiuto, intrappolati, inefficaci e isolati è brevissimo. Questa sensazione da sé stessa basta a generare malessere.

Poi occorre rimettere ordine tra ruoli, esigenze e prospettive. Nel frattempo tante cose saranno cambiate ed è necessario divenirne consapevoli per capire come continuare a partire da adesso. Servirà analizzare la situazione attuale, rifocalizzare le priorità ed il bene di ciascuno, della coppia e dell’intera famiglia. Serve chiaramente un supporto sociale, discreto e non invasivo, ma che si faccia disponibile.

Ripartire da dove si è può non essere facile ma è necessario per riattualizzare le decisioni e rendere possibile il percorso di crescita evolutiva che è insito nella coppia. Non dimentichiamo che le difficoltà ed i problemi nella coppia sorgono quando si utilizzano modalità anacronistiche per dare soluzione a situazioni e problemi nuovi che necessitano invece di uno scatto evolutivo.

 

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