La conversione di una Chiesa
Inizia proprio ora nel Duomo di Firenze il convegno ecclesiale italiano 2015. In pompa magna? Non proprio. A Firenze stamani si vedevano turisti ed ecclesiastici nella più pura normalità. Ho contato tre vescovi in Panda, Punto o Focus, mentre di politici con macchine lunghe c'è n'erano più d'uno. Bello spettacolo i laici col badge e un bagaglio di normalità. Forse la “cura Francesco” sta facendo effetto.
La processione multipla iniziale, proveniente dalle principali chiese della città, è passata per il battistero, a significare il bisogno di ricominciare, di ri-immergersi nell'acqua della vita e della purificazione. Per avviare una nuova conversione. Le vicende vaticane delle ultime settimane dicono che questo convegno non può limitarsi ad essere un cenacolo intellettuale per addetti ai lavori, ma deve essere l'inizio di un'apertura rinnovata della Chiesa italiana al Vangelo. E al Vangelo dei poveri e dell'unità.
Ci riuscirà? Non è garantito. Ma la speranza dei delegati, in particolare dei laici, fa ben sperare. «La Chiesa italiana ha bisogno di un forte processo sinodale», mi dice il copresidente dei Focolari, Jesus Moran, che qui rappresenta il suo movimento. È il vero auspicio di queste giornate fiorentine. Cioè sincerità, chiarezza, attenzione ai più deboli, impegno per la riforma della Chiesa voluta da papa Francesco. Per una Chiesa-comunione senza poteri mondani, capace di rispondere alle domande dell'oggi. Una Chiesa "in uscita".