La comunicazione di papa Francesco
Già a prima vista, papa Francesco ha comunicato molto, con il suo sguardo profondo, amichevole e fisso sulla gente che lo applaudiva in piazza San Pietro. Poi, con le parole che ha utilizzato, il «buonasera» e la frase «un papa preso quasi dalla fine del mondo», si è mostrato subito empatico, si è fatto vicino alle persone con un linguaggio informale. E ancora, il gesto di chiedere al popolo di pregare per lui e di benedirlo prima di benedire il popolo di Dio, è stata una richiesta di cooperazione al disegno di Dio per l’umanità, dove si mette in rilievo l’importanza del corpo mistico della Chiesa, i fedeli, che svolgono un ruolo importante nel ministero della Chiesa.
È stato come un patto di reciprocità, sembrava dicesse: "Io ci sono, se voi ci siete e se insieme con la preghiera e le opere portiamo avanti il regno del Padre". Ancora, il richiamo a due parole fondamentali per il nostro tempo, la fiducia e la fratellanza. Sulla prima si gioca anche la sfida lanciata dal Movimento dei Focolari per l’oggi dell’umanità, mentre la fratellanza è proprio quel terzo cardine del motto repubblicano francese e parte integrante dei valori fondanti la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1795, che nel corso degli anni è stata tralasciata e che oggi urge rimettere in campo su più fronti, da quello politico a quello sociale ed economico.
Il riferimento fatto più volte alla Madonna sottolinea un lato femminile della paternità del santo padre Francesco, che evidenzia concretamente il profilo mariano nella Chiesa, richiamando all’amore e alla misericordia. E ancora la benedizione rivolta a tutti gli uomini di “buona volontà”, apre la Chiesa al respiro universale, che accoglie credenti e non credenti che vogliano cooperare alla nascita di una nuova umanità, fondata sui valori dell’umiltà e della povertà di spirito. I commenti su Facebook sono stati svariati, ma molto positivi, piace papa Francesco, e «sembra proprio una ventata di aria nuova, sembra uno di noi – si afferma –, uno sguardo sincero e pieno d’amore. Francesco… non poteva scegliere nome migliore!».
E ancora si legge: «Non credevo che dopo il grande Giovanni Paolo II un papa sarebbe riuscito a farmi commuovere e a trasmettermi quel senso di dolcezza, serenità e umiltà». Con il suo linguaggio essenziale, ma congruente con la sua interiorità, questo papa ci ha trasmesso subito il suo spessore umano e spirituale, una comunicazione che arriva diritta al cuore della gente perché è la più comprensibile e la più efficace, un linguaggio antico e sempre nuovo, conosciuto da tutta la gente del mondo.