La Compagnia delle coccole
Ci sono dolori che possono annientarti, distruggerti nonostante il tuo carattere forte, solare. Quando si perde un figlio, qualsiasi età egli abbia, sembra di perdere di colpo tutto. Era il 16 marzo del 2016: avrei voluto imbavagliare gli uccelli, i grilli, le cicale, mettere uno schermo al sole, rimanere al buio perché tutto m’infastidiva, anche la gente che prima amavo. Un libro, però, ha illuminato la mia oscurità: Quando il dolore bussa forte di Dori Zamboni, edito da Città Nuova, acquistato da me tempo prima.
L’ho letto, riletto, ho imparato intere frasi, ero in contatto con Dori, la sua autrice, diventata una mia grande amica. E così, improvvisamente, si è aperto uno spiraglio: sono riapparsi i volti di quanti, da lontano, mi erano stati vicini, in mille modi diversi.
Ho trovato biglietti, disegni, pupazzi, doni piccoli e grandi, segni tangibili di tanti, che non mi avevano scordato, ma mi avevano stretto al cuore con il pensiero.
Un giorno, proprio mentre riponevo in una scatola colorata tutto ciò che era stato di mio figlio, è nato in me un desiderio: avrei potuto accogliere, coccolare ogni bimbo di amici e parenti, addirittura in neonatologia, coinvolgendo altre mie amiche capaci di lavorare a ferri o ad uncinetto con qualcosa preparato da ciascuna di noi per dargli il benvenuto. Così ho ricontatto le mie due compagne di stanza del reparto maternità: hanno accettato con gioia la mia proposta; ben presto, a noi tre, si sono aggiunte altre donne di tutte le nazionalità. Insieme abbiamo formato la Compagnia delle coccole!
E così, conoscendo anche qualche infermiera ed ostetrica del reparto, il desiderio si è realizzato alla svelta. Da questo desiderio condiviso con altri, ma soprattutto dalla tenace volontà di diffondere un amore silenzioso, ma tangibile, nel 2019 è nato un gruppo, l’Associazione delle coccole, entrata nell’Unità operativa di Neonatologia dell’ospedale della mia città, che presenta la sua attività fatta di carezze, abbracci e coccole. Sì, perché il valore di una coccola non ha prezzo e l’obiettivo dei volontari, uomini e donne, che ne fanno parte è offrire vicinanza e affetto a quei neonati che non possono lasciare l’ospedale.
Si è scoperto, infatti, che il contatto fisico è fondamentale per favorire un sereno sviluppo psichico dei neonati. Poco importa se si tratta di bimbi con mamma e papà, di altri che questo calore non possono riceverlo o se si tratta di piccoli che nascono troppo in fretta e devono lottare con forza per continuare a vivere. Sono dei piccoli batuffoli che reclamano coccole e cura. Questa è la missione dell’Associazione, che in pochi anni è diventata una realtà conosciuta e apprezzata non solo a Parma; riceve attestati di stima da tutte le parti d’Italia.
Si diventa volontari dopo un opportuno corso. La presidente è Nadia Sorrentino. La scorsa estate i volontari dell’associazione hanno donato tre strumenti diagnostici alla Neonatologia, per rendere più completa e moderna la dotazione tecnologica del reparto. Nessuna di noi tre amiche è entrata mai nell’associazione, ma siamo felici che il nostro dolore, unito alla nostra tenace volontà di amare bimbi sconosciuti, ma importanti per l’umanità, abbia contribuito, silenziosamente, a far nascere questa gara di amore e di solidarietà offerta a bimbi sconosciuti, ma sempre speciali e unici.
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