La città ricorda

Ad un anno dall’esplosione del treno cisterna che fece 32 vittime, occorre ancora fare chiarezza
Viareggio

 

Ore 23.49 del 29 giugno 2009, una data che a Viareggio sarà difficile dimenticare. L’immagine del treno cisterna carico di gasolio che deraglia, esplode, uccide 32 persone e distrugge famiglie e case, è ancora negli occhi di tutti. La città non può non ricordare e lo fa con una fiaccolata lunga due chilometri e mezzo che, partita dallo stadio, arriva proprio lì, in via Ponchielli, luogo colpito dall’esplosione. I familiari delle vittime non hanno voluto politici né rappresentanti delle Ferrovie, bensì una cerimonia sobria che ricordasse quanto avvenuto, insieme alla necessità di fare chiarezza sulle responsabilità. Ad oggi, infatti, 18 persone sono iscritte nel registro degli indagati, ma c’è molto da approfondire per capire di chi sia veramente la colpa di una strage che poteva e doveva essere evitata.

 

Una nota di speranza arriva da una cerimonia che si svolge in Comune. Qui Ibi Ayad, la ragazza marocchina di 22 anni che nel rogo aveva perso tutta la famiglia, riceve la cittadinanza italiana come «concreta manifestazione della solidarietà della Nazione» nei suoi confronti, si legge nel decreto firmato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

«Si avvera il sogno di mio padre – commenta la giovane –. Questa cittadinanza è stata data a me, ma è come se l’avesse ricevuta tutta la mia famiglia». Ora Ibi, che da poco si è sposata con Hicham, lavora nelle cucine di un ristorante e sogna di fare la pasticcera, sa che può guardare al suo futuro con più speranze rispetto al passato. Quel passato che torna spesso, soprattutto la notte, come un incubo, a farle “compagnia”.

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