La città più ecologica d’Italia
Dalla classifica Ecosistema Urbano 2019 – presentato a Mantova lunedì 28 ottobre – al primo posto troviamo la città di Trento. La ricerca, curata da Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, ha messo a confronto i capoluoghi di provincia italiani in base alla qualità dell’aria, la mobilità, lo smaltimento dei rifiuti, l’ambiente urbano, il consumo e la dispersione dell’acqua.
La capolista dello scorso anno, Mantova, quest’anno arriva al secondo posto inseguita da Bolzano, Pordenone e Parma. In coda alla classifica i capoluoghi siciliani Palermo, Ragusa e Catania, sulle quali pesano fattori come il traffico, i rifiuti, l’acqua. Male anche Napoli (84° posto), Bari (87°), Torino (88°) e Roma (89°).
La classifica sull’Ecosistema Urbano ha impiegato 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti. Gli indicatori spaziano dal numero di alberi all’offerta del trasporto pubblico, dalla concentrazione di PM10 nell’aria alla dispersione della rete idrica, fino allo spazio occupato dalle piste ciclabili.
Tra le vincitrici di ogni categoria abbiamo Enna capolista per il minor biossido di azoto, Massa per la percentuale più bassa di Pm10, Lucca perché è la città con più isole pedonali per abitante, Matera per le tante aree verdi, Ferrara per la sfida sulla raccolta differenziata, Padova per l’utilizzo di energia solare, Milano per un trasporto pubblico efficiente, Reggio Emilia ottiene la conferma del maggior numero di piste ciclabili, Aosta per la migliore capacità di depurazione, Pordenone per la minore dispersione idrica, Modena e Agrigento invece per il numero di alberi superiore a quello degli abitanti.
«In Italia, le politiche che interessano i centri urbani sono spezzettate tra ministeri diversi, con grande spreco delle scarse risorse a disposizione e pochi risultati – ha dichiarato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – eppure è nelle città che si gioca la sfida cruciale dei cambiamenti climatici, perché lì si produce oltre la metà delle emissioni di gas serra. Per andare oltre gli impegni dell’Accordo di Parigi, non basta quanto si sta facendo: va impressa un’accelerazione alla transizione energetica, orientandola anche verso una maggiore giustizia sociale, vanno spinte le città a correggere in chiave ecologica l’edilizia e i rifiuti, i trasporti e l’industria, creando occupazione, green e circular economy, stimolando la domanda di prodotti eco-compatibili, di consumi sostenibili, lo sviluppo di filiere agroalimentari di qualità e a basso impatto ambientale» – ha concluso Ciafani.