La città: Babilonia o Gerusalemme?

È da tempo che spiriti attenti parlano di civiltà dell’Occidente al tramonto. E questo tramonto, questa crisi, si condensa nel volto ambiguo delle nostre città. Luoghi di possibili e inesauribili realizzazioni, e luoghi di intensa alienazione. Luoghi di incontri continui, e luoghi di solitudini estreme. Luoghi di conservazione di tradizioni, e luoghi di selvagge e iconoclastiche ricerche del nuovo. Luoghi di memoria culturale e luoghi di sempre più ampie sovrapposizioni di culture con l’aprirsi di veri e propri baratri di smarrimento angosciante, sino alla violenza. Occorre, pertanto, sperimentare un nuovo vivere che non nasca e si esaurisca nel singolo, ma sia la capacità raggiunta di vivere l’uno nell’altro in un’intensa esperienza di vero ascolto. E dando così alle parole che rivestono i nostri pensieri quella leggerezza trasparente che le fa amore. Si potrà dare allora alle nostre città di pietra l’ariosità del giardino dell’Eden ritrovato negli spazi della vita trinitaria.

 

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