La Chiesa in Italia, operare con coraggio evangelico
Un «cantiere aperto» sul mondo, in dialogo con tutti, che cerca di leggere le istanze emergenti nella società, capace di relazionarsi con franchezza con il mondo della politica e della cultura. La Chiesa in Italia torna a riflettere, a interrogarsi e a tracciare linee per il futuro. Così, proprio all’inizio dell’estate, si è svolta in videoconferenza una sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente della CEI.
«Il nostro è un Paese di donne e uomini generosi – ha sottolineato il cardinale Zuppi, Presidente della CEI, nel suo intervento -. Sappiamo quanto è vasto l’impegno di solidarietà e di amicizia con i più poveri, spesso nascosto nelle pieghe della nostra società. Sono ‘segni’ di questo tempo, che ci invitano a essere più attenti, meno rassegnati. Sono uomini e donne di buona volontà, magari non provenienti dai nostri ambienti, con cui dialogare, stringere legami, parlare: risorse di speranza e di fraternità».
Al centro del suo discorso l’attenzione alla persona, la comunione e il necessario rinnovamento per camminare nell’oggi della storia. «Tra le priorità – ha ricordato il cardinale – desidero menzionare quella degli abusi e la necessità di essere conseguenti agli impegni presi, nella trasparenza delle risposte, assumendoci, come deve essere, la piena responsabilità davanti a Dio e davanti agli uomini, migliorando se necessario gli strumenti già decisi».
Si fa il punto sul cammino sinodale delle Chiese in Italia che, secondo le intenzioni di papa Francesco, dovrà diventare lo stile permanente della Chiesa. Viene esaminata la bozza del documento che raccoglie i frutti del primo anno di ascolto, per guardare al futuro. Tra le priorità: la crescita nello stile sinodale e nella cura delle relazioni, l’ascolto degli ambienti meno coinvolti nel primo anno, la promozione della corresponsabilità di tutti i battezzati, la semplificazione delle strutture per un annuncio più efficace del Vangelo.
Per continuare la fase di ascolto vengono suggeriti tre «cantieri sinodali», laboratori che ogni realtà potrà adattare liberamente in base alle esigenze del proprio territorio. Il Gruppo di coordinamento nazionale, inoltre, all’inizio di settembre metterà a disposizione un sussidio metodologico in cui si presenta la proposta dei «cantieri sinodali» e la loro restituzione alla fine del secondo anno della «fase narrativa». Nelle prossime settimane saranno raccolte dalle diocesi alcune «buone pratiche» che saranno messe a disposizione di tutte le Chiese locali.
Proprio nell’ottica della sinodalità è stata ribadita l’importanza per la Chiesa italiana di mettersi in ascolto delle necessità del territorio e di porsi sempre più in dialogo con il mondo politico, culturale e sociale, cercando di illuminare con uno sguardo evangelico tutte le riflessioni che riguardano la persona, dal concepimento al fine vita, dall’accoglienza alla dignità del vivere. Una delle sfide urgenti, che richiede attenzione e dialogo, è il dibattito sullo ius scholae e sulla cittadinanza, strumento di inclusione delle persone migranti. «La migrazione – ha osservato il Cardinale – è stata troppo a lungo affrontata come fenomeno emergenziale o con approccio ideologico, mentre rappresenta un fatto strutturale della società e richiede approccio umanitario, realistico, istituzionale, di sistema e di visione del futuro per difendere e onorare la propria identità». In tal senso, «concedere la cittadinanza italiana ai bambini che seguono il corso di studi con i nostri ragazzi – il cosiddetto ius scholae o ius culturae – deve suscitare delle idee e non delle ideologie per trovare le risposte adeguate».
Si ricorda anche quella «terribile pandemia» che è la guerra, a causa della quale la vita di tante persone è stata distrutta in un attimo. «Non basta solo esortare o deprecare, ma occorre contribuire positivamente con la riflessione, la cultura, la competenza, il coraggio evangelico», ha ribadito nel suo intervento il Cardinale Zuppi, esortando a «un rinnovato e responsabile senso di unità e di ricerca del bonum comune». «Sarà necessario anche rinvigorire e riorientare la nostra azione di solidarietà, come Chiesa in Italia, in tante parti del mondo che saranno toccate drammaticamente dalla crisi economica e alimentare, aggiornando ai bisogni e alle emergenze il nostro modo di aiutare ed essere vicini».
Al termine dei lavori il Cardinale Presidente ha letto la comunicazione con cui papa Francesco ha nominato Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari, Segretario Generale della CEI. «Accolgo questa nomina come un’ulteriore chiamata a servire le Chiese che sono in Italia, delle quali la CEI è figura concreta di unità», ha dichiarato Mons. Baturi. «Ringrazio il Santo Padre per la fiducia che rinnova nei miei confronti e per l’attenzione e la premura pastorale verso la Chiesa di Cagliari, di cui resterò pastore. (…) Consapevole dell’impegno richiesto, confido nella cordiale partecipazione di tutta la Diocesi di Cagliari, che potrà arricchirsi di un più profondo inserimento nel cammino della Chiesa in Italia».
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