La Chiesa della strada è la strada della Chiesa
Venerdì scorso è stata pubblicata l'esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco, che fa una lettura e una sintesi del lavoro dei due ultimi sinodi. È un testo che merita una lettura meditata, attenta e pregata. Ciò che sorprende è che si parla sempre meno di famiglia e sempre più di famiglie, di storie, di vite di persone reali, che Dio cerca sempre, come il Padre dei due figli.
Ecco quello che la parola del Vangelo consegna al cuore di papa Francesco: «Gesù stesso nasce in una famiglia modesta, che ben presto deve fuggire in una terra straniera. Egli entra nella casa di Pietro, dove la suocera di lui giace malata (Mc 1, 30-31); si lascia coinvolgere nel dramma della morte nella casa di Giairo e in quella di Lazzaro (Mc 5, 22-24, 35-43; Gv 11, 1-44); ascolta il grido disperato della vedova di Nain davanti al suo figlio morto (Lc 7,11-15); accoglie l’invocazione del padre dell’epilettico in un piccolo villaggio della campagna (Mc 9,17-27).
Incontra i pubblicani come Matteo e Zaccheo nelle loro case (Mt 9,9-13; Lc 19, 1-10) e anche i peccatori, come la donna che irrompe nella casa del fariseo (Lc 7, 36-50). Conosce le ansie e le tensioni delle famiglie e le inserisce nelle sue parabole: ai figli che se ne vanno di casa in cerca di avventura (Lc 15, 11-32) fino ai figli difficili con comportamenti inspiegabili (Mt 21,28-31) e vittime della violenza (Mc 12,1-8). E ancora si preoccupa per le nozze che rischiano di risultare imbarazzanti per la mancanza di vino (Gv 2, 1-10) o per la latitanza degli invitati (Mt 22,1-10), come pure conosce l’incubo per la perdita di una moneta in una famiglia povera (Lc 15,8-10)».
È ancora il papa, che ci dà la chiave: «In questo breve percorso possiamo riscontrare che la Parola di Dio non si mostra come una sequenza di tesi astratte, bensì come una compagna di viaggio anche per le famiglie che sono in crisi o attraversano qualche dolore e indica loro la meta del cammino, quando Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento né affanno».
Ecco l’orizzonte nuovo di papa Francesco, che si fa compagno di strada della Parola per consolare gli afflitti e per ristorare gli affaticati. Per rafforzare questo orizzonte, ha voluto consegnare una foto, che testimonia questa compagnia della Parola e dei poveri.
Il papa alla fine dell'udienza giubilare si è fatto fotografare insieme con una comunità, che viene da Pratofontana, alla periferia di Reggio Emilia. Circa cinquanta persone. Le conduce don Daniele Simonazzi. Tanti bimbi, ragazze di strada, che vengono da oltre dodici paesi, malati gravissimi, genitori feriti nell’anima dalla morte di un figlio. Li conduce un prete davvero servo del Vangelo dei poveri.
Quando abbraccia il papa, gli dice, piangendo: «la Chiesa della strada è la strada della Chiesa». Il papa risponde subito: «Questo mi piace!». Non è un gioco di parole, è il cuore stesso del Vangelo. Ci sono anche due malate di Sla, Roberta e Donatella, con le persone che le accompagnano. Sono in un luogo riservato, dove avviene l’incontro tanto atteso. Il papa le abbraccia, prima l’una e poi l’altra, in un abbraccio senza fine. Inginocchiato davanti al dolore, il papa dona tutto il suo amore di Padre a queste due donne ferite dalla vita.
Conosco Donatella e penso alla sua gioia, alla sua felicità, a quella luce di un sabato di primavera che è entrata nella sua vita nel gesto semplice di papa Francesco. Il suo compagno, le persone che servono in quella casa, quella comunità parrocchiale sono davvero immagine della famiglia di Dio, delle famiglie del Vangelo.
A questa singolare ed evangelica famiglia sono legati i fratelli della parrocchia di San Giovanni del Concilio nell’ong di Reggio Emilia e alcune comunità della Locride, che chiedono giustizia per la loro terra. Le agenzie e i giornali hanno lanciato i titoli di questa foto. Ma il vero fotografo è stato papa Francesco che non ha dimenticato la dignità delle ragazze di strada e dei loro bellissimi figli e ha affidato a loro l’esortazione apostolica Amoris laetitia.
È un'esortazione che si misura con la forza dell’amore, con il dolore della vita, con i segni dello Spirito. Il papa dice nel testo che gli immigrati e i disabili sono segni dello Spirito. Allora i bimbi di Pratofontana, le loro bellissime mamme, in questa foto ci consegnano davvero la gioia dell’amore. Non solo un'esortazione, ma la vita stessa dei più piccoli dei fratelli.