La centralità delle regole
Gianni Bianco: La nostra coscienza viene continuamente interpellata in situazioni come queste. Ma al di là dei casi concreti, cosa c’è in ballo quando si è tentati di prendere scorciatoie etiche?
Giuseppe Gatti: «Quando ci si interroga sul concetto di legalità, prima di mettere mano alle tante, forse troppe, leggi che disciplinano i vari aspetti della vita sociale e istituzionale, prima di capire come funziona un processo o di conoscere quali sono le possibili sanzioni in cui può “incappare” chi non rispetta le norme, penso che sia fondamentale porsi una semplice domanda: perché devo rispettare la legge, soprattutto quandoquesto può apparire un significativo sacrificio?
Perché devo pagare le tasse, ora che i soldi in tasca cominciano a essere pochi? Perché devo tenere in regola i lavoratori? Perché se un creditore non mi paga devo rivolgermi a un giudice? Non è forse meglio chiedere aiuto al “boss” di turno che, certamente, adotterà metodi molto più convincenti e soprattutto molto più rapidi? E ancora. Perché devo rifiutarmi di pagare il pizzo? Se pago, mi viene garantita una vita più sicura e tranquilla, perché mi devo mettere nei guai denunciando i miei estorsori?
È questo il passaggio cruciale da affrontare poiché, come ricorda l’ex magistrato di “mani pulite” Gherardo Colombo, la giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole.
Per dare una risposta a questi interrogativi è necessario andare in profondità, provando a cogliere la dimensione più profonda del concetto di legalità, quella che a me piace indicare come “l’anima” della legalità.
In questo percorso dobbiamo partire necessariamente dall’uomo. Aristotele definiva l’essere umano un «animale sociale». Io, usando termini più eleganti, parlerei di creatura a vocazione relazionale. Il significato resta comunque sempre abbastanza chiaro: l’uomo nasce, vive e opera in funzione del rapporto con l’altro.
Gioie, soddisfazioni, traumi e frustrazioni, tutto ciò che sperimentiamo nella vita di ogni giorno dipende essenzialmente dalla qualità della nostra relazione con l’altro. Il bisogno di relazione è da sempre connaturato alla natura umana e la storia ce ne dà testimonianza: dai clan e dalle tribù delle comunità primitive fino agli Stati e agli organismi internazionali della società contemporanea, tutto il cammino dell’uomo è contraddistinto da un “bisogno primario” di relazione.
Se dunque è innegabile che l’uomo non possa fare a meno del rapporto con l’altro, è altrettanto vero che, per costruire stabili sistemi di relazione, l’uomo non può fare a meno delle regole.
A qualcuno potranno sembrare considerazioni sui massimi sistemi, ma in realtà tutto questo ha parecchio a che fare con la nostra vita di tutti i giorni».
La legalità del noi, le mafie si sconfiggono solo insieme, di Gianni Bianco e Giuseppe Gatti (Città Nuova, 2013)