La carta di Siena sull’immigrazione

In Toscana si lavora a un documento condiviso da istituzioni politiche, accademiche e religiose dopo le morti del canale di Sicilia: serve un cambiamento culturale del Paese e serve attrezzarsi al nuovo
Migranti

«Le centinaia di morti registrate nell’ultimo periodo nel canale di Sicilia sono solo l’ultimo doloroso esito di un processo mondiale divenuto permanente, quello delle migrazioni, ancora gravemente trascurato e male interpretato nella nostra società, quando non colpevolmente mal gestito in nome di interessi garantiti da miopi e opportuniste posizioni politiche, le quali a loro volta hanno teso ad alimentare un circuito mediatico spesso complice di un messaggio incompleto rispetto alla reale dinamica del fenomeno», si legge nel paragrafo introduttivo della Carta di Siena, il documento che la Toscana intende eleborare dedicando un intera giornata di lavoro il 21 novembre.

La Carta di Siena. Chiesa e istituzioni per una città dell’integrazione è il titolo scelto per provare a capire i cambiamenti culturali legati alle migrazioni. Il convegno è frutto della riflessione condivisa tra istituzioni politiche, accademiche e religiose sulle tematiche dell’immigrazione, attraverso la promozione operata dalla Commissione Migrantes della Toscana, in collaborazione con l’Università per stranieri di Siena e con il Centro internazionale studenti Giorgio La Pira.

A conclusione si stenderà il documento completo, La Carta di Siena appunto, che si pone come prima sintesi del percorso articolato negli ultimi mesi dalle realtà proponenti. La Carta sarà articolata in otto punti tematici, complementari, condivisi e frutto di una costante sintesi tra le commissioni laiche ed ecclesiali coinvolte. Premettendo l'intento, gli autori e i destinatari del documento, il testo affronterà l'approccio all'immigrazione tenendo conto delle unicità identitarie linguistiche di chi arriva, fino alla proposta di abolire il reato di clandestinità e la questione della cittadinanza e dei diritti politici.

Non si sottrae, nel documento, in questi termini l'impegno delle Chiese locali per una nuova evangelizzazione, che tenga conto di un processo avviato e incontrovertibilmente indirizzato alla promozione umana e civile in una società multiculturale. Vecchi e nuovi spazi linguistici, vuoti normativi, nuova evangelizzazione e soprattutto il cambiamento di paradigma e approccio culturale nei confronti del fenomeno migratorio sono cardini che contraddistinguono il percorso che sta costruendo la Carta di Siena.

L'obiettivo è anche quello di fornire un quadro che orienti istituzioni civili ed ecclesiali ad agire, sulla base rispettivamente del magistero della Chiesa e della Costituzione italiana, ritenendo fondanti la centralità della persona umana, dei diritti alla vita, alla libertà, alla giustizia, al lavoro, allo studio, alla partecipazione responsabile, alla pace, insieme alle responsabilità individuali e collettive che sono richieste.

Non solo l’Italia sarà chiamata, secondo le linee del documento, ad elaborare una politica linguistica che sia in sintonia con quella europea, ma potrà trarre dalla valorizzazione delle lingue-culture immigrate un’opportunità per lo sviluppo sociale e per la ripresa dell’economia: lo stesso contatto fra il nostro sistema produttivo e i mercati globali appare un’importante prospettiva per far superare al Paese la sua attuale crisi economica. Troverà spazio il riferimento alle parrocchie, chiamate ad “aprirsi” a una migliore accoglienza dei migranti in un contesto plurale e interculturale e nella prospettiva delle unità pastorali. I materiali già pubblicati e tutte le informazioni relative al convegno sono disponibili sul sito www.migrantestoscana.it.

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