La Busi torna con Articolotre

Il 15 Ottobre è cominciata Articolotre, la nuova trasmissione di Rai 3, condotta da Maria Luisa Busi. Abbiamo incontrato la giornalista alla presentazione del programma, insieme al direttore della rete, Paolo Ruffini.
maria luisa busi

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

 

Così recita l’articolo 3 della Costituzione Italiana. Maria Luisa Busi, volto storico del TG1, lo conosce molto bene e cercherà di rendercelo sempre più familiare il venerdì sera. È partita infatti Articolotre, la nuova trasmissione di servizio del terzo canale nazionale, condotto proprio dalla Busi, e scritto da lei insieme ad Alessandro Garramone, Filippo Manni, Anna Pagliara e Sara Veneto.

 

L’ex anchorwoman del TG1 parla a ruota libera di questa nuova avventura, della quale saranno protagonisti tutti i cittadini: i giovani, le donne, gli immigrati, i lavoratori, gli anziani, i pazienti di un ospedale, «chiunque abbia subito la negazione di un diritto».Articolotre è un’evoluzione del format storico della rete Mi manda Raitre, ma rappresenta anche qualcosa di più: «L’idea di base è partire non dalle filosofie, ma dalle storie vere delle persone per raccontare questo Paese da un’ottica particolare. C’è un’Italia che non conosciamo, ma che esiste e che è nascosta ai più. Andremo a scoprire le radici delle ingiustizie in tutti i settori, per capire se questo articolo della nostra costituzione ha ancora un senso, se è presente nella vita reale del paese». 

 

E allora ecco le vecchie generazioni costrette a dare aiuto ai giovani anziché riceverlo dai propri figli, ecco i “bamboccioni”, che forse non sono proprio così per loro volontà, ma perchè non possono permettersi di pagare un affitto. Ecco i pazienti che fanno code di mesi per ottenere un esame clinico magari importantissimo. Ecco il mondo del lavoro e del welfare, della ricerca scientifica, della scuola.

 

La confezione esterna della trasmissione richiama un vero cantiere: uno studio bianco, con pubblico presente, dove i veri cavi delle telecamere e i tubi innocenti della scenografia saranno a vista. Il dietro le quinte, per intenderci, sarà davanti agli occhi di tutti, per mostrare che chi fa la trasmissione non sono solo le persone in video, ma sono anche i tecnici, gli autori, i capostruttura, è una squadra che lavora. Si mutua così l’idea che anche per la costruzione di un paese migliore è necessario l’apporto di tutti, nessuno escluso.

 

«Preferisco da sempre il verbo unire piuttosto che dividere – chiosa la conduttrice – e questo è un po’ il senso del nostro lavoro, che ci appassiona e ci rapisce da ormai qualche mese. Si parte da una ferita reale per valutarne insieme gli effetti e chissà, forse trovare nuove risposte».Articolotre si prospetta, allora, come un esempio di servizio pubblico che ha al centro la persona e la sua storia, dove i volti non sono quelli di eroi, ma di gente che onestamente porta avanti la propria vita, magari con grande difficoltà, ma con una toccante dignità.

 

«Pensiamo che la trasmissione sia un barometro di penetrazione sociale dell’articolo 3 – conclude il direttore Ruffini – che ha l’ambizione di trasmettere i valori positivi che l’Italia possiede per la sua storia e la sua cultura, ma che spesso vengono purtroppo calpestati. Sarà un orecchio sulla città che non funziona, per scoprire quanto è ancora necessario lo sforzo di tutti per rendere concreta una delle costituzioni più belle al mondo».

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