La bici è salva: elementare Sherlock

Addio a catene e lucchetti per biciclette. Per porre rimedio ai 3 milioni di furti annuali in Europa, arriva una “App” in grado di rintracciare il proprio mezzo in tempo reale. La realizzazione è finanziata dal progetto Ue per la mobilità urbana
biciclette

Non è un caso che la App salva-biciclette sia stata chiamata con il celebre nome del mitico investigatore Holmes, creato dalla geniale penna di Arthur Conan Doyle.

 

A realizzarla una startup dell'Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, capace di creare un dispositivo antifurto Gps collegato a un’App per smartphone, che consente ai ciclisti di localizzare la bicicletta con precisione. Sherlock, che viene inserito all’interno della bici, è progettato per essere installato in modo semplice: un’invenzione non da poco, se si pensa alla grande potenzialità, rivoluzionaria in tutti i sensi, della bicicletta nel traffico urbano e al fatto che ogni anno in Europa più di 3 milioni di biciclette vengono rubate.

 

L’idea, ha raccontato Pierluigi Freni ideatore e fondatore di Sherlock, è nata «circa due anni fa quando ho subito il furto della mia bici e ho iniziato a pensare come risolvere questo problema: è nato così Sherlock, antifurto Gps per bici, un dispositivo elettronico che può essere installato nella propria bici risultando completamente invisibile all'esterno».

 

Sherlock è stato selezionato per il finanziamento da parte di FrontierCities, un progetto finanziato dall’Unione Europea che supporta lo sviluppo e la diffusione di soluzioni di smart mobility in città europee, al fine di migliorare la mobilità urbana e la qualità della vita. Sherlock è uno dei 27 progetti selezionati fra circa 600 candidati internazionali: il finanziamento consentirà di portare il prototipo a essere un prodotto vero e proprio, disponibile a partire dalla seconda metà di quest'anno.

 

Uno dei più piccoli antifurti Gps mai prodotti è già stato onorato da un tour di eventi e conferenze tra Amburgo, Barcellona, Copenhagen e Camera dei Comuni di Londra, con un’ultima presentazione al London Bike Show tra il 10 ed il 14 febbraio scorsi. Con un margine di errore di appena cinque metri, controllabile dal proprio smartphone tramite l’App dedicata, Sherlock richiede così solo di registrare la propria bicicletta, creare un profilo con la foto e l’indicazione del modello. Ottimo per gli smemorati e disincentivante per i ladri, l’applicazione è in grado di inoltrare la segnalazione anche alla polizia locale.

 

Può essere installato liberamente nel manubrio, nel cambio elettronico o altrove e non è visibile dall’esterno, con una batteria ottimizzata per essere in funzione solo quando la bici è in movimento, registrando anche tempi e distanze percorse. Il giovane team di Sherlock, composto da sei persone rispettando la parità di genere, offre al momento anche lavoro, cercando uno sviluppatore per Android con esperienza per un tempo pieno in telelavoro con base al Politecnico di Torino.

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