La biblioteca nata dalla “monnezza”

L’hanno chiamata “Il dono”. Raccoglie circa 40 mila volumi e da due anni scambia gratuitamente i libri scolastici. La sede è un ex liceo artistico fatiscente nel cuore del comune di Aversa. I giovani del meeting Legalità hanno dato una mano a ripulirla
Biblioteca "Il dono" ad Aversa

La piazza del municipio di Aversa è elegante: il palazzo Gaudioso costruito nel periodo normanno è un biglietto da visita, vestigia della nobiltà e degli splendori del regno di Napoli. A fianco, sul lato destro si erge l’ex liceo artistico: finestre con i vetri rotti e in parte divelte, vecchie scale in ferro arrugginite, un cortile di sterpaglia usato come parcheggio pubblico abusivo.

L’olezzo della spazzatura depositata senza criterio a fianco dell’ingresso accoglie i giovani del meeting Legalità, al secondo giorno del loro campo di lavoro. Questa sbalorditiva convivenza di bellezza e scempio ferisce lo sguardo e interroga. Dopo l’iniziale sbigottimento lo sguardo coglie il muro esterno dipinto di fresco, la targa in bella mostra di un presidio di Libera e, varcando la soglia, una biblioteca in ristrutturazione dentro la vecchia palestra.

Il dono”, così l’hanno chiamata i volontari che nel 2007, un po’ fortuitamente, ne hanno deciso la nascita. «Avevamo deciso di far nascere in questa scuola un’isola ecologica per far partire la raccolta differenziata in città – spiega Maria, una delle volontarie che vi lavora –. Inizialmente, a chi ci portava plastica e carta, regalavamo formaggi tipici o fiori per san Valentino per incentivare l’impegno dei cittadini».

«Abbiamo visto che nella parte destinata alla carta venivano depositati centinaia di libri e intere enciclopedie destinate al macero – la parola la prende Michele, presidente della sezione locale di Libera –. Questi volumi ammucchiati ci ricordavano tempi dolorosi della nostra storia quando le pagine scritte venivano raccolte e bruciate pubblicamente. Noi non volevamo accadesse ancora sotto un diverso nome: raccolta differenziata».

Da qui l’idea di un docente di filosofia amico di farne una biblioteca pubblica dove questi volumi potessero essere consultati, presi in prestito, barattati. «Abbiamo persino manoscritti antichi, che sono un vero patrimonio della nostra città – continua Michele –. Da due anni poi abbiamo cominciato a barattare anche i libri scolastici. Chi conclude i suoi studi ci consegna i testi e altri li vengono a prendere gratuitamente». Solamente lo scorso anno sono stati circa cinquemila i libri barattati, per un volume d’affari di circa centomila euro.

La presenza dei volontari di Libera anche nella gestione di questa originale biblioteca è un segnale per la città: questo non è un bene confiscato ma un bene di tutti restituito ai cittadini, perché la liberazione dalla camorra passa dalla cultura ripulita dalla "monnezza", quella che in queste terre ha fatto la fortuna dei clan camorristici e di imprenditori disonesti che hanno scelto di seppellire sotto questi terreni le loro scorie.

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