La bellezza dell’intelligenza

Quanto sono profonde le radici del sessismo nella nostra società?

Poche lapidarie parole, prive di ogni senso del limite, bastano ad esprimere quanto siano profonde le radici del sessismo nella nostra società. Proviamo ad analizzare il contesto in cui sono nate. Entro una nota trasmissione televisiva si fronteggiano le opinioni dell’uomo politico più potente del Paese e quelle di una collega parlamentare presente in studio. Unica donna tra i convitati. La frase, secca e concisa, detona all’improvviso – “lei è più bella che intelligente” – e il “né..né” che sottintende è evidente anche ai più ingenui.

 

Cosa scatena questo improvviso slittamento di piano nella comunicazione? Ci sono ancora uomini che non possono sostenere dialetticamente il confronto diretto e paritario con una donna e quando le differenze di opinione emergono, anziché imbracciare l’arma delle proprie buone ragioni, utilizzano un’arma impropria, spostando il discorso su un terreno che dovrebbe essere inviolabile: l’aspetto fisico, l’età, lo stato civile, l’intelligenza. Tutte dimensioni delicate che riguardano la sfera più intima della persona e che molto più difficilmente verrebbero tirate in ballo se a parlare fosse un interlocutore maschio, ancorché avversario politico.

 

Ed ecco che la donna in questione anziché raccogliere la tentazione di contraccambiare l’offesa, in maniera uguale e contraria slitta su un altro piano e risponde attingendo la risposta a quella tipica capacità femminile (quindi patrimonio di uomini e donne) dell’intelligenza che è la metis ovvero l’astuzia pratica. “Io non sono una donna a sua disposizione”.

Poche lapidarie parole, altrettanto incisive. Parole che hanno un significato più profondo di quello che lasciano intuire. Esse riaffermano che la verità e alterità di ciascuno è qualcosa di inviolabile, di mai riducibile alla volontà dell’altro, che la libertà di esprimersi con le parole e con il proprio essere è sempre degna di riconoscimento. Questo tempo ha bisogno di uomini e donne che provano a dialogare e discutere con rispetto, senza cercare facili via d’uscita. Mettendo all’opera la bellezza dell’intelligenza.

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