La bellezza della Scuola teologica di base

Una realtà educativa che fa ben sperare per la Chiesa di Palermo.

40 anni sono passati dalla fondazione della Scuola teologica di base (Stb) “S. Luca evangelista”, fiore all’occhiello dell’Arcidiocesi di Palermo, retta da docenti e teologi che, gratuitamente e liberamente, hanno deciso di mettersi a servizio del Vangelo.

Tra i docenti, il prof. Pietro Maria Conti: «In questo breve, emozionante, periodo – ci ha detto – sono entrato nelle sagrestie di diverse chiese, ho sentito la fede di tanti cuori palermitani, di tanti professionisti che si mettono in gioco alla sequela di Cristo, assieme a casalinghe, nonne, giovani assetati di Dio. Superiamo il centinaio, noi insegnanti, tutti uniti dal desiderio d’ispirare preghiere e crescite spirituali, istruendo i giovani del domani, rasserenando i cuori di ieri, infondendo fiducia in chi ancora cerca risposte. La sete è tanta e il desiderio di dissetarla ancor di più, da parte di noi matite nelle mani di Dio, cuori semplici a servizio della diocesi. Finché potremo, saremo lì, entusiasti e vivi, capaci e volenterosi d’ammaestrare ed essere ammaestrati. Consapevoli e insistenti nel raccontare di Dio».

Parole come acqua fresca, che danno ancora più spessore alla gratuità del qualificato impegno di ogni docente, perché rimandano alla bellezza del dono d’essere dei cristiani veraci, possessori di un credo che non tentenna al tradizionale buio dell’anima, perché affonda le sue radici nella comprensione delle Sacre Scritture. Conoscere la Bibbia permette, infatti, ad un ogni uomo di buona volontà di fare del non-senso di tante vicende umane un senso compiuto; di tornare all’origine del mondo e dell’umanità, all’avvento dei primi profeti nella storia.

La Stb si propone di fornire, dunque, delle risposte a quanti si sentono poveri, ignoranti di sapienza o desiderano scoprire la dimensione teologica del loro esser credenti, e a «chiunque domandi ragione della speranza che è in loro». È rivolta a tutti quei fedeli che, sempre più numerosi, intendono impegnarsi nell’attività pastorale, nella parrocchie o nelle comunità, ma non potevano (per motivi familiari o d’impiego) avere accesso alla Facoltà Teologica. Non è, di contro, il luogo ideale per chi cerca risposte facili e immediate. Il percorso richiede, infatti, l’impegno di 3 anni, anche se ogni allievo può decidere di sostenere gli esami o restare un libero uditore.

La cosa importante è però aprirsi al dialogo, voler crescere insieme, discenti/docenti. «Favorire relazioni fraterne – spiega il direttore dalla Scuola, don Salvatore Priola  , provando a realizzare la presa in carico gli uni degli altri, secondo il criterio della prossimità, cifra alla quale ci richiama Gesù con la sua vita».

Di ugual parere è la prof.ssa Laura Cusimano: «Sono stata docente o responsabile, insieme a mio marito, alla Stb per 9 anni; servizio che abbiamo speso in diversi centri sperimentando la gioia del dare come quella del ricevere, persuasi del valore di seminare nel cuore di chi, con docilità e pazienza sa custodire la Parola».

Chi trova fascino nella formazione difficilmente, peraltro, si ferma. Molti allievi si iscrivono così ai Corsi di approfondimento teologico o alla Facoltà di Teologia. E formati, molti di questi alunni diventano, subito, essi stessi docenti. Com’è accaduto alla prof.ssa Maria Lo Presti, oggi vicedirettore della Scuola teologica di base, che ci racconta: «Quando don Salvatore Di Cristina, 1° direttore della Scuola Teologica, mi chiese di tenere degli incontri per la Scuola ero un’allieva dell’Istituto Teologico San Giovanni Evangelista: ho subito accettato, perché se me lo chiedeva un mio docente doveva essere una cosa che potevo fare. Ed è iniziata un’esperienza importante, una palestra per la didattica e la comunicazione: si trattava di trasmettere in modo semplice contenuti appresi in un contesto accademico. Negli anni sono entrata in relazione con tante persone, da cui ho tratto un arricchimento umano grandissimo. Come dai detenuti dell’Ucciardone. Da 2 anni alcuni di loro sono allievi della Stb; un centro della Scuola è sorto proprio in carcere. Tutti bei frutti, che fanno ben sperare per la Chiesa di Palermo».

«Ovunque ci si trovi – dice la prof.ssa Maria Cardinale – si comprende allora come tornare a parlare di morale sia fondamentale per tendere alla riscoperta della persona nella sua interezza, fatta non di beni materiali ma di contenuti come l’onestà, la correttezza. All’interno della Stb, è infatti manifesto come sia docenti che ascoltatori abbiano il desiderio “dell’agire bene”. Non importa solo entrare nell’anima della fede, ma sapere che valori trarne, come viverla nel contesto quotidiano. Noi docenti, perciò, condividiamo con gli iscritti non la conoscenza ma la ricerca del bene, quell’unico bene che possa dare alla nostra vita un vero punto di riferimento. Don Salvo Priola sottolinea sempre la gratuità del nostro operato, ma in realtà noi già percepiamo un’inestimabile ricompensa: la capacità di arricchirci continuamente di grande umanità».

 

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