È un ritratto di profilo. Una giovane donna, vestita secondo la moda cara agli Sforza di Milano verso gli anni Novanta del Quattrocento, non guarda che davanti a sé, verso un luogo indefinito. Il disegno è curatissimo in ogni dettaglio, raffinato: occhi luminosi e trasparenti, incarnato roseo, capelli melodiosi trattenuti dalla cuffia intrecciata, un busto eretto in modo soave.

L’immagine è colma di dolcezza, di sentimento. Potremmo dirla, romantica anzi tempo.

Ora una rassegna al Palazzo Ducale di Urbino ne evidenzia la paternità assoluta di Leonardo da Vinci, attraverso una serie di confronti con opere coeve di altri autori lombardi, ferraresi e di lui stesso, come la celebre Dama dell’ermellino di Cracovia o il Ritratto di Isabella d’Este.

Chi è questa giovane dama così incantevole? Gli studi scientifici hanno potuto identificarla in Bianca Sforza, figlia illegittima di Ludovico il Moro e della sua amante Bernardina de Corradis, dipinta in occasione delle nozze della ragazza con Galeazzo Sanseverino, capitano delle armate del duca.

Il ritratto è eseguito su un foglio di pergamena ampio con matita e penne di vario colore, ed è curato in ogni dettaglio, con ripassature per renderlo ancora più prezioso. Lo stile è indubbiamente leonardesco per delicatezza, precisione, sfumature e quell’aria incantata e purissima che dona una sorta di straniamento alla giovane poco più che adolescente ritratta di profilo, come d’uso.

Vale la pena salire a vederla, anche perché è di collezione privata, per recuperare un Leonardo cortigiano certo, ma capace di acutissime indagini spirituali.

(catalogo Mandragora)