La BBC compie otant’anni: Informare, educare, intrattenere
I tre obiettivi, imposti nel ’22 da John Reith, rimangono ancora il marchio di fabbrica della Bbc: dopo ottant’anni di “servizio pubblico” – definizione coniata proprio da Reith -, essa continua ad informare sapendo che farlo senza educare sarebbe politicamente inaccettabile, e ad educare intrattenendo, come richiesto dalla cultura inglese che ama prendere le cose serie con humor e quelle umoristiche molto sul serio. 14 anni prima dell’esordio delle trasmissioni televisive, la Bbc aveva un solo giornalista, Arthur Burrows, che passò alla storia perché leggeva i giornali radio con notizie fornite esclusivamente dalla Reuters. Burrows faceva di tutto: dal produttore al conduttore di un programma per bambini. Lo stesso Burrows concordò con Reith la linea editoriale, improntata sull’essere illuminati, ma senza turbare la quiete pubblica: in omaggio alla democrazia razziale non si doveva specificare l’origine ebraica di una persona citata nei bollettini, gli eventi di cronaca nera erano sistematicamente ignorati se non in casi eccezionali, la Bbc “sta dalla parte del governo “, qualunque sia il governo. Quando nel ’26 vi fu un lungo sciopero dei giornali, la Bbc, per il “bene della democrazia”, avviò la raccolta indipendente di notizie attraverso i propri reporter. Oggi raggiunge 450 milioni di case nel mondo, trasmette notiziari in 47 lingue ed è una realtà molto articolata fatta di radio, tv, cinema, internet, canali tematici. In ogni programma trasmesso, la cura maniacale della forma espressiva, inconcepibile per i nostri palati continentali, rimane pari alla severità nella offerta di contenuti. E continua, orgogliosamente a dire di no agli inserzionisti pubblicitari. Buon compleanno! Immigrati: Facciamocene un’idea positiva Tocca ai mass-media creare la moderna civiltà multiculturale e multietnica, cominciando col presentare una nuova immagine degli immigrati in Italia”. È questo l’ambizioso progetto lanciato a Roma dall’Organizzazione internazionale per le immigrazioni, la Caritas Diocesana, l’Archivio dell’emigrazione, il Censis, Rainews24 ed altri partner. L’immagine prevalente dell’immigrato nel nostro paese – segnala il Censis – è fuorviante: ben l’81 per cento della presenza degli immigrati nei media è riferita a fatti di cronaca e fra gli argomenti più trattati vi sono i clandestini (30 per cento) e la criminalità (29 per cento). Pur ammettendo che l’informazione in Italia non possa definirsi xenofoba, tuttavia contribuisce ad alimentare una mancanza di speranza sociale fra gli immigrati: è in questo senso che questo nuovo cartello di enti intende operare a cominciare da Rainews24, che sta mandando in onda una serie televisiva intitolata: L’immigrato, dieci pregiudizi da sfatare. Editoria in lutto: Mondadori se n’è andato veva fatto il manager, il finanziere, l’erede, il cultore d’arte, l’appassionato di vela, il tifoso dirigente milanista, il disoccupato d’oro, il padre, il marito, il dongiovanni. E da qualche tempo faceva il convertito, travolto da un’ansia di testimonianza che ha stupito non pochi. Le vendite del suo libretto Conversione, scritto a quattro mani con Vittorio Messori, hanno sfiorato le 100 mila copie, e non accennano a diminuire. Certo, quelle pagine acquistano un valore ben diverso, ora che Leonardo Mondadori, rampollo della famiglia degli editori capeggiata dal nonno Arnoldo, se ne è andato verso quel paradiso che, stando alle sue parole, lo aveva “abbagliato” appena qualche anno addietro, complice anche il tumore che lo ha portato alla morte. Di lui resterà soprattutto l’ultimo scorcio di vita, impiegato a sussurrare e a gridare la sua adesione al Cristo e alla chiesa, con sincerità e radicalità. L’avevo incontrato l’ultima volta ad Assisi, in occasione della grande preghiera interreligiosa del 14 gennaio 2002. Cercava di entrare nella piazza come un qualsiasi fedele, senza pretendere un posto adeguato al suo rango. Mi aveva detto una frase rimasta impressa nella mia memoria: “Quel che conta è esserci “. Leonardo era un uomo che aveva testimoniato il passaggio dal registro dell’avere a quello dell’essere.