La visione del popolo di Francia
È il web che sta catalizzando il “nuovo sentire” di tanti francesi, che ne hanno fin sopra i cappelli dei loro politici grigi e stantii. In una lettera che circola sul web con milioni di clic, e che s’intitola “Lettera alla mia generazione: io farò altro che andare solo al caffè”, si legge una frase che mi sembra sintetizzi il pensiero di tanti uomini e donne francesi: «Impegnarsi per trovare nuovi modelli per non delegare più le azioni dei nostri Paesi a uomini e donne formate nelle scuole dell’amministrazione, i quali decidono che sganciare delle bombe è talvolta positivo o che si possono stringere accordi commerciali con un Paese che alla fine non è altro che un Daesh riuscito».
Certo, come ci scrive una lettrice lionese, «siamo ancora attoniti», chiedendosi come sia mai possibile che «dei giovani francesi possano abbattere così freddamente, come dei conigli, altri giovani in una sala da concerto chiedendo loro contemporaneamente di tacere di fronte alla barbarie». L’impegno allora è chiaro: «Non staremo zitti. I terroristi non potranno mettere la museruola alla patria della libertà, dell’uguaglianza, della fraternità».
E un’altra lettrice ci si rivolge così: «Chi ha il potere lo sta perdendo. Le voci anonime sono voci di saggezza, come le parole del “vedovo del Bataclan”, che diceva “non avrete il mio odio”, e che sono state lette molto ma molto più del discorso di Hollande che tutti hanno già dimenticato. Credo che i nostri politici stiano per essere superati soprattutto per la loro visione. Una bella maturità di popolo è quella che si vede».
Niente isterie, niente abbandono alla disperazione, niente resa al terrorismo. Una lezione dei francesi all’Europa intera. Ma nel contempo emerge la fortissima critica a una politica che non sa più guardare lontano.