Kiev vista da Mosca

Rassegna stampa su alcuni giornali russi sulle vicende dell'Ucrania. Nel frattempo l’opposizione ha accettato un accordo con il presidente Viktor Yanukovich per mettere fine alla crisi innescata dalle proteste di piazza, a condizione che l’attuale ministro dell’Interno non sia confermato nel prossimo governo e che il procuratore generale venga sostituito
Piazza Maidan

La rivolta in Ucraina, naturalmente, occupa le prime pagine dei giornali anche del vicino russo: che non è esattamente una parte estranea alla questione, per quanto i media cerchino di fare al meglio il loro lavoro nel riferire le notizie. Utro.ru rimane di fatto abbastanza neutrale, aprendo con un «A Kiev riprende il combattimento», e facendo la cronaca di come nelle ultime ore i manifestanti abbiano sfondato verso la zona della Verxovna Rada; sottolinea comunque, dopo aver ricordato come ieri il ministro dell’Interno abbia decretato la fine del regime anti-terrorismo e imposto ai militari di usare le armi solo per autodifesa, che «questa mattina il presidente Janukovič ha concluso i negoziati con i leader dell'opposizione e i ministri degli esteri di Francia, Germania e Polonia, proseguite per tutta la notte. Come riportato dall'amministrazione presidenziale, le parti hanno raggiunto un compromesso e hanno identificato i modi per uscire dalla crisi. L’accordo sarà firmato alle 12 ora locale».

Spazio più ampio alle vicende di Kiev lo dà inceve la Komsomol’skaja Pravda, che vi dedica una fotogallery dal titolo «Kiev nel sangue» con commenti piuttosto crudi raccolti direttamente da manifestanti e cittadini, seguita da un commento del politologo Aleksandr Dugin. Secondo l’esperto, si tratterebbe di una «Guerra dei continenti», in quanto «quello che sta accadendo in Ucraina  è una lotta di un mondo unipolare, incarnata nella egemonia americana, contro la Russia, che incarna la sempre crescente volontà di costruire un mondo multipolare». Un commento che potrebbe apparire riesumato direttamente dai tempi della Guerra fredda, se non fosse per il riferimento a conflitti più attuali come quello in Libia e in Siria di cui gli stessi Usa e Europa, secondo Dugin, sarebbero stati fomentatori per i propri interessi. E in quanto al desiderio degli ucraini di avvicinarsi all’Ue, il politologo ricorda che «ci sono due Europe: atlantica e continentale. Una è un fantoccio americano, un territorio conquistato e occupato, e la seconda sta gradualmente spostando verso l'indipendenza» – citando non a caso la Svizzera e il suo ultimo referendum. Tre dunque i soggetti in gioco – Usa, Europa e Ucraina – che si strarebbero scontrando in questa “guerra dei mondi”, di cui l’ultima però sarebbe «solo una pedina» all’interno di interessi geopolitici più vasti.

La Novaya Gazeta, testata divenuta celebre grazie ad Anna Politkovskaya, apre nonostante tutto con un segnale di speranza, dando a grandi lettere la notizia dell’attesa firma per le 12 dell’accordo tra governo, opposizione e rappresentanti esteri. Alla situazione ucraina sono dedicati aggiornamenti continui in tempo reale, che si succedono a pochi minuti l’uno dall’altro: nell’ultimo, alle 13.45 ora di Mosca (10.45 italiane), si riferisce che «a quanto pare, gli uomini armati, che deputati dell'opposizione hanno notato nel palazzo del Parlamento, erano soldati delle truppe interne, che in tal modo hanno preso rifugio dal fuoco». Come dire, quando si tratta di salvare la pelle non ci sono fazioni che tengano: e i palazzi del potere possono offrire un ottimo riparo.

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