Kenya e Senegal al voto

Mentre in Senegal i risultati provvisori prospettano la tenuta al potere dell'attuale governo, in Kenya incombe la minaccia della violenza sulle consultazioni del prossimo 8 agosto. È infatti stato assassinato il responsabile del sistema informatico creato per conteggiare i voti e prevenire i brogli
Uhuru Muigai Kenyatta, attuale presidente del Kenya

Uno dei responsabili della sorveglianza del sistema informatico usato dalla commissione elettorale in Kenya (IEBC), Chris Musando, è stato trovato morto assassinato. Il tutto a meno di una settimana dall’8 agosto, data in cui i kenyoti sono chiamati a scegliere il loro presidente, governatori, deputati, senatori, amministratori locali e rappresentanti delle donne nell’assemblea. Numero due dei servizi informatici dell’IEBC, Chris Musando ha partecipato attivamente alla messa a punto dei sistemi di gestione integrata delle elezioni in Kenya, che serviranno all’identificazione degli elettori e alla trasmissione dei risultati elettorali la settimana prossima. Il sistema è quindi considerato essenziale per evitare eventuali brogli. Il corpo è stato identificato all’obitorio della capitale Nairobi, ha riferito alla stampa il presidente dell’IEBC Wafula Chebukati lunedì 31 luglio.

Una fonte vicina all’IEBC ha affermato all’Agence France Presse che Chris Musando aveva aiutato a correggere delle falle in questo sistema informatico, che avrebbero potuto permettere di manipolare il conteggio dei voti. Questo lunedì avrebbe anche dovuto condurre un test del sistema elettronico di voto, che è stato rinviato all’annuncio della sua morte. Human Rights Watch ha fatto appello alle autorità perché indaghino su questo assassinio, notando che è avvenuto proprio quando l’IEBC era sul punto di verificare i sistemi, a una settimana dalle elezioni.

La campagna elettorale è stata virulenta. Il governo accusa l’opposizione di cercare di dividere il Paese e provocare le violenze, mentre l’opposizione accusa la maggioranza di voler truccare le elezioni. Molti kenyoti temono brogli e un ripetersi delle consultazioni del 2007, segnate dalle violenze interetniche che avevano provocato diversi morti ed erano valse all’attuale presidente Uhuru Kenyatta un’audizione alla Corte penale internazionale.

Intanto, in Senegal, i risultati provvisori dello scrutinio delle legislative di domenica 30 luglio prospettano una maggioranza della coalizione ”Benno Bokk Yakkar” attualmente al potere, con una maggioranza di 112 deputati contro i 24 della coalizione ”Manko Taxawou Sénégal”. Capo di questa parte dell’opposizione è il sindaco di Dakar, Khalifa Sall, attualmente in carcere. L’altra coalizione d’opposizione, guidata dall’ex presidente della Repubblica Maitre Abdoulaye Wade, avrebbe meno di una ventina di deputati.

Oltre sei milioni di elettori sono stati chiamati a eleggere i 165 nuovi deputati che siederanno in Parlamento per la prossima legislatura. La partecipazione è stimata, secondo le cifre ufficiali, a poco meno del 60 per cento. Secondo la Commissione elettorale nazionale autonoma, ci sono stati alcuni incidenti « seri », ma nel complesso il voto si è svolto regolarmente.

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