Kenya: la popolazione protesta per l’aumento delle tasse
La polizia, dispiegata in gran numero in tutto il centro di Nairobi, ha disperso la folla che protestava contro una proposta di aumento delle tasse con gas lacrimogeni e idranti. Gruppi della società civile affermano che, nonostante gli arresti, le proteste e il sit-in programmati davanti al Parlamento continueranno.
La ong Kenya Human Rights Commission (Khrc) ha chiesto “la fine degli arresti”. “La nostra Costituzione ci garantisce il diritto di manifestare, ma anche se gli arresti dovessero continuare, questo non ci scoraggerà”, ha affermato l’organizzazione su X.
Questo progetto di bilancio, che dovrà essere votato entro il 30 giugno, è contestato dai suoi detrattori come un nuovo colpo al potere d’acquisto, in particolare attraverso una proposta di tassa annuale del 2,5% sui veicoli privati e di Iva sul pane.
Per il partito del presidente William Ruto, che detiene la maggioranza in Parlamento, queste misure sono necessarie per ridare margine di manovra finanziaria al Paese.
Alcune delle principali proposte fiscali del disegno di legge sono state abbandonate dopo un incontro di martedì mattina tra i parlamentari del partito al potere e il presidente. Il presidente della commissione finanziaria, Kuria Kimani, ha affermato che la proposta di introdurre l’Iva al 16% sul pane è stata abbandonata. Altre tasse discusse e modificate includevano una tassa annuale sugli autoveicoli del 2,5%, che doveva essere applicata alle assicurazioni. Una proposta di tassa sui prodotti che degradano l’ambiente sarà inoltre modificata per applicarsi solo ai prodotti importati, incoraggiando la produzione locale.
Il mese scorso, il presidente Ruto ha difeso le tasse proposte, affermando che il Paese doveva essere finanziariamente autosufficiente. “Il principio di base è che devi vivere con i mezzi che hai”, ha detto. Ed ha aggiunto: “Ho convinto il popolo keniano che dobbiamo iniziare ad aumentare le nostre entrate”.
Il leader dell’opposizione, Raila Odinga, ha esortato i parlamentari a rivedere attentamente il disegno di legge e a rimuovere le disposizioni che graverebbero sui poveri. “Questo disegno di legge è peggiore di quello del 2023, è un killer per gli investimenti e un’enorme pietra al collo per milioni di poveri keniani che dopo le lacrime versate sulle tasse l’anno scorso avevano creduto che il governo avrebbe ridotto le tasse nel 2024″, ha affermato in una dichiarazione all’inizio di giugno.
L’esponente dell’opposizione Kalonzo Musyoka ha affermato che le proteste settimanali riprenderanno se la legge finanziaria fosse approvata così com’è. I legislatori dovrebbero discutere il disegno di legge a partire dal 19 giugno, con una votazione prevista per lunedì 24.
La legge finanziaria dello scorso anno ha introdotto un’imposta comunale dell’1,5% sul reddito lordo dei dipendenti, nonostante i timori che potrebbe aumentare ulteriormente il peso sui keniani già alle prese con un costo della vita elevato. La legge ha inoltre raddoppiato l’Iva sui prodotti petroliferi, portandola dall’8% al 16%. Il presidente Ruto, che si era fatto portavoce dei meno abbienti durante la campagna elettorale, ha poi aumentato notevolmente le imposte sul reddito e i contributi sanitari, ed ha raddoppiato l’Iva sulla benzina.
Una delle economie più dinamiche dell’Africa orientale, il Kenya ha registrato a maggio un’inflazione del 5,1% su base annua, con prezzi di cibo e carburante in aumento rispettivamente del 6,2% e del 7%, secondo i dati della Banca Centrale. Eppure circa un terzo dei 51,5 milioni di abitanti vive in povertà.
Secondo le previsioni della Banca Mondiale, la crescita del Pil dovrebbe rallentare al 5% quest’anno, dopo aver raggiunto il 5,6% nel 2023 (4,9% nel 2022). Il debito pubblico del Paese ammonta a circa 10 mila miliardi di scellini (71 miliardi di euro), ovvero circa il 70% del Pil.
Il governo, a corto di liquidità, ha difeso la decisione di raccogliere circa 346,7 miliardi di scellini (2,7 miliardi di dollari), ovvero l’1,9% del Pil, come misura necessaria per ridurre la dipendenza dai prestiti esterni.
William Ruto è diventato presidente nel 2022 promettendo di rilanciare l’economia e migliorare la situazione dei più svantaggiati, ma le sue politiche hanno finora suscitato un diffuso malcontento. Gli aumenti delle tasse dello scorso anno hanno portato a proteste dell’opposizione, segnate da scontri tra polizia e manifestanti talvolta anche mortali.
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