Juventussssssssssssssssssssssssssssss
Non è successo niente, tifosi, calma! Il campionato non è ancora finito, vabbè, la Juventus s’è attaccata sulla maglia il quinto scudetto. Sì, vabbè e allora? Dai, non fa più neanche notizia. O per serietà o per corruttaggine ormai ce n’è solo per voi. Basta, finiamola. Chiamatevi Rubentus! Cheeeeee? Vieni qua che se pronunci un’altra volta questo termine te gonfio! Ma che stai a dì, ma fammi il piacere. Oggi è il 25 aprile, è la giornata della liberazione e noi ce semo liberati der Napoli che proprio ce stava lì. Grazie Roma si mischia con Bella ciao, non riesco a scegliere quale che sia l’inno più giusto, più adeguato. Oh ma lo voi capì, è il quinto anno consecutivo. Con Conte che ha iniziato la catena e ora Allegri che la continua. Che sia una versione aggiornata della catena di sant’antonio?
Ma vi ricordate l’inizio di campionato, ammettemolo pure, c’era davvero ben poco da stare Allegri. A dieci giornate dall’inizio del campionato avevamo appena 12 punti ed eravamo al 14esimo posto in classifica e per di più col Torino davanti. A darci il colpo di grazia è il Sassuolo. Addio vecchia Signora. E invece non è così, tiè, i gufosi, chiamasi così i tifosi che gufano contro, si trovano spiazzati. Inizia da lì la rimonta, che assegna 24 successi in 25 partite. A pensare ora all’inizio campionato non pare vero. In campo mancavano Tevez, Pirlo e Vidal, la squadra cambiata e sconclusionata: rivoluzionata, si diceva ma il termine vero era sconclusionata. Nel ricambio generazionale che ci porterà a questo scudetto, non si capisce nulla del gioco, delle tattiche delle strategie. Allegri dice di aver pazienza, di aspettare dopo Natale, ma intanto chi non aspetta sono gli infortuni pesanti le difficoltà nel trovare un sistema di gioco.
Unico risultato dopo 10 giornate, unico titolo, unico ritornello: Juve in crisi e Allegri rischia la panchina. “Alla mia età non mi va più di fare figure da pellegrini”. Pronuncia severo Buffon, parole che hanno di magico. Ancor meglio dell’edera dimagrante di quella santa donna dal nome Wanna Marchi. Parole che hanno da subito avuto un effetto benefico proprio come quelle tisane sciogli pancia. È la domenica del derby i tifosi del Toro aspettano che avvoltoi il cadavere. E invece no, non succede proprio così: La Juve parte comincia a vincere e chi la ferma più. Poi il 13 febbraio superiamo in classifica il Napoli con un signor gol di Zaza. Signori ecco a voi il sorpasso e il Napoli non si riprende più.
La Juve macina punti. Segna e va avanti. La bellezza di una squadra è nella compattezza, nelle non polemiche, nelle non ripicche. La grandezza di certi giocatori come Morata, Dybala, Pogba, Marchisio, Bonucci, Chiellini che se la squadra avversaria fatica a fare un gol, lui si sacrifica e segna per loro. Ma tutti sotto un grande uomo, un signor portiere di nome Buffon e un regista dalle mille capacità che di cognome fa Allegri, e che se a volte in conferenza stampa ti lascia in gola l’effetto di aver mangiato un caco non maturo, sul campo è tutt’altra pasta. Ci siamo semplicemente portati avanti di qualche giornata dalla fine del campionato. Ma il campionato continua e continueremo a giocare e a vincere. Suvvia: non disperate! Lasciate tempo al tempo.