Jesus Christ Superstar con gli interpreti storici del film
Massimo Piparo, il regista e produttore dei musical di maggior successo degli ultimi anni, ora direttore artistico del Teatro Sistina di Roma, dopo l’enorme successo riscosso in tutta Italia dallo spettacolo che vedeva in scena Ted Neeley, il Gesù del celebre film diretto da Norman Jewison nel 1973, mette a segno un altro colpo e riunisce, a 40 anni di distanza altri due interpreti del cast originale della pellicola-cult: al fianco di Neeley, infatti, sono tornati ora a calcare le scene altri due straordinari protagonisti, Yvonne Elliman (Maria Maddalena) e Barry Dennen (Pilato).
E si prevede un eguale trionfo (atteso anche all’Arena di Verona) per l’opera rock più longeva della storia dei musical, che continua ad entusiasmare un pubblico eterogeneo per età e ceto. Com’è successo nell’edizione di quest’anno con 50 mila spettatori nei due mesi di repliche. E standing ovation e applausi a scena aperta ogni sera per tutto il cast e, in particolare, per il “redivivo” Jesus. Infatti, seppure invecchiato, Neeley manda ancora in delirio il pubblico per quell'acuto della sua voce interpretando il Messia umano e rivoluzionario dell'intramontabile musical di Lloyd Webber e Tim Rice.
Idea vincente quella di Piparo per questa grande produzione in lingua originale (con frasi esemplificative in italiano proiettate) che conferma l'inossidabilità del mito. Perché la celebre rappresentazione rock della Passione – nata come disco, poi passata al teatro, quindi diventata un film – si fregia ancora di una colonna sonora e di canzoni assolutamente trascinanti. Un'opera, quindi, che non ha bisogno di attualizzazioni. E Piparo la ripropone nella versione originale.
Dentro un'imponente struttura metallica con una bianca scalinata laterale illuminata da luci da concerto rock, le atmosfere sono quelle degli anni Settanta, con costumi hippie dell'epoca, le fogge di Caifa e Hannas riprese da quelle del film, e proiezioni digitali su un grande schermo e su colonne simboliche, mentre una pedana girevole che contiene anche la band live dei Negrita (insieme a un'orchestra di 12 elementi) conferisce movimento allo show coi tempi e i suoni che trasmettono un senso d'appartenenza a riti di comunità.
Ed è il piroettante coro, con le coreografie d'effetto di Roberto Croce, a invadere la scena e a dare ritmo alla storia dell'ultima settimana di Cristo, e al rapporto tra Lui e il traditore su cui fa perno il musical. È Giuda, infatti, con l'energia vitale della sua presenza (scenicamente e vocalmente dotato il soul dell'esordiente Feysal Bonciani) a conferire forza e drammaticità alla storia al punto che è la sua resurrezione, e non quella del Salvatore (accomiatato sulla croce) a levarsi emblematicamente, quando dopo essersi impiccato Giuda tornerà in abito bianco, accompagnato da tutti i ballerini in una passerella danzante che scuoterà la platea, garante di un ritmo musicale e canoro da liberazione collettiva.
Lo show scorre tra la cacciata dal tempio con acrobazie, fiamme reali e digitali; il numero narcisistico e infantile di Erode tra giocattoli e maschere della commedia dell'arte; la corda per il collo di Giuda che scende dall'alto; lo spezzare del pane. A sottolineare le piaghe universali e la passione dell'uomo sulla terra, la Flagellazione è accompagnata dallo scorrere, su un velario, di immagini di Olocausti e guerre fino ai nostri giorni, della fame in Africa, di Martin Luther King, Moro, Falcone e Borsellino.
Tra i momenti di grande effetto scenico c'è l'enorme croce di fari abbaglianti che scende nell'orto del Getsemani dopo l'agonia di Gesù quale presagio della morte che lo attende. La storia si ferma alla sua crocifissione, e l'immagine della Sindone che si sovrappone ci dice che poi c'è la Resurrezione, anche se gli autori, Webber e Rice, non ne fanno cenno. Un diluvio di suoni e di applausi interminabili, per tutti.
“Jesus Christ superstar", regia Massimo Romeo Piparo, coreografia Roberto Croce, orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello, scenografie Giancarlo Muselli elaborate da Teresa Caruso, costumi Cecilia Betona.E con Feysal Bonciani (Giuda), Paride Acacia (Hannas), Emiliano Geppetti (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Riccardo Sinisi (Pietro), Salvador Axel Torrisi (Erode).Prodotto dalla Peep Arrow Entertainment. Al Sistina di Roma dal 19 al 28/9, quindi all’Arena di Verona il 12/10 e al Teatro Arcimboldi di Milano dal 16/10 al 2/11.