Jefferson e Palladio

Come costruire un mondo nuovo. Questo il sottotitolo della rassegna aperta a Vicenza al Palladio Museum e visitabile fino al 28 marzo
Jefferson

Come costruire un mondo nuovo. Questo il sottotitolo della rassegna aperta a Vicenza al Palladio Museum e visitabile fino al 28 marzo, con la guida del fine catalogo edito da Officina Libraria e dal museo stesso. Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti e insieme illustre architetto e il grande genio rinascimentale, l’autore  indimenticabile  delle ville venete, di chiese e palazzi. Creatore di uno stile, di un modello architettonico che ha fatto innamorare gli inglesi del Settecento e di conseguenza studiosi  della Virginia come Jefferson, che possedeva ben quattro copie dei testi palladiani. Palladio ispirava razionalità, luce, comfort: elementi che avevano spinto i nobili veneziani, a suo tempo, a costruirsi  le loro ville in campagna, dalla Rotonda sul colle presso Vicenza a Villa Barbaro a Maser nel Trevigiano.

Sarà proprio la Rotonda in particolare ad ispirare Jefferson nell’ edificare sulla collina boscosa di sua proprietà in Virginia, una sorta di buen retiro, la sua abitazione sovrastante il fiume Rivanna, denominandola – italianamente – Monticello. Un Palladio americano, di cui Jefferson era studioso attento e intelligente, destinato ad influenzare per decenni l’architettura del Nuovo Mondo, dall’Università a Charlottesville – con il pronao, la cupola simile al Pantheon rivisitato da Palladio -, allo State Capitol di Richmond, candido, emergente  tra i grattacieli, come  nella rassegna vicentina illustrano le bellissime foto di Filippo Romano. Sino alla  creazione di Washington e del suo “centro storico-artistico”, l’United States Capitol.

Il legame tra Rinascimento e America è dunque ben solido grazie a Jefferson ed è singolare che a Vicenza arrivino i suoi disegni, bozze, progetti  ispirati a Palladio nell’atmosfera di un neoclassicismo di fine Settecento  che è debitore in gran parte anche a Canova. Non per nulla lo scultore  lavorò anche ad una statua di Washington, ovviamente vestito da generale  romano.

Singolare, percorrendo la mostra, è la riflessione che se ne può fare, osservando le foto delle dimore “palladiane” di Jefferson: ossia, come traendo l’ispirazione da modelli di bellezza si possano trasformare in altrettanti modelli per una vita sana e produttiva. Il pragmatismo americano una volta tanto si innesta su quello veneto e italiano, grazie a Palladio, e su quello classico. Così realtà ed eternità camminano insieme a creare una  società nuova e serena. Da non perdere.

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