Javier, una generazione in lotta
Poi, un giorno una mia zia mi ha invitato a partecipare a un forum di sviluppo sostenibile, che si sarebbe realizzato nella sede della Cepal (Commissione economica per il Latinoamerica e il Caribe). All’inizio, mi chiedevo cosa avrei fatto in mezzo a tante autorità e adulti ma, grazie alla zia mi sono entusiasmato! Mi diceva, infatti: «Gli adolescenti devono lasciare un segno nel loro territorio e prendersi la responsabilità di fare delle scelte!». Sosteneva che noi ragazzi dovevamo far sentire la nostra voce, perché il futuro appartiene a noi, non agli adulti e che dovevamo costruire il mondo e la società dove volevamo vivere. Così, ho chiesto aiuto all’incaricato dell’orientamento della mia scuola, per coinvolgere altri compagni e compagne interessati alle problematiche sociali e ambientali. Così, con altri ragazzi, abbiamo partecipato all’evento promosso dal Cepal.
Gli Obiettivi di svilippo sostenibile
Lì, ho scoperto gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss), oltre a diverse azioni e organizzazioni che operano in alcuni Paesi del mondo latinoamericano e del Caribe per raggiungere gli Oss. Abbiamo avuto anche la possibilità di esprimere il nostro pensiero davanti a tutte le autorità presenti. In particolare, sono rimasto molto colpito da Concausa, una iniziativa della Ong America Solidaria. Questa Ong lavora per fermare la povertà infantile e Concausa sostiene gli adolescenti e i loro progetti legati agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, per aiutarli a diventare autentici attori del cambiamento per il mondo. Ci è sembrata una fantastica opportunità per realizzare le nostre idee e cercare di generare quei cambiamenti che, crediamo, sono necessari per guarire la società ed il pianeta.
La raccolta differenziata
Con due compagne della mia scuola abbiamo creato un progetto di educazione che abbiamo proposto al programma Concausa, ma senza successo. Tuttavia, visto l’interesse e la sensibilità dimostrata dai ragazzi della nostra scuola sul tema dello sviluppo sostenibile, Concausa ha voluto realizzare con noi un laboratorio chiamato “Azzionatori”, dove ci hanno insegnato ad affrontare in modo più efficace le diverse problematiche ambientali legate alla nostra comunità scolastica, e a elaborare un progetto realizzabile. Con i miei compagni abbiamo visto che il problema più serio per la nostra scuola era legato all’immondizia abbandonata a terra, senza alcuna coscienza né da parte dei ragazzi né da parte degli adulti. Così, ci siamo proposti di insegnare a fare la raccolta differenziata, per creare una cultura ecologica in tutti. Abbiamo chiamato il nostro progetto “Eco-educazione”.
Gli Eco-contenitori
Siccome la maggior parte dei rifiuti erano soprattutto in Tetra Pack, abbiamo usato questo materiale per fare degli “Eco-contenitori” dove raccogliere i rifiuti della scuola. Alcuni di questi rifiuti li utilizziamo per fare “eco-mattoni” che servono per la costruzione di case. Usiamo le bottiglie per raccogliere i mozziconi di sigaretta. Questa nostra azione ha contagiato tutti nella scuola e anche in famiglia, tanto che anche in molte case hanno adottato questa cultura del riciclo che supera la cultura del consumo e dello scarto. Con “Eco-educazione” siamo stati scelti per rappresentare il Cile in un Campo continentale di Concausa, che ogni anno si realizza nel nostro Paese e al quale partecipano progetti dalle Americhe.
Una generazione in lotta
L’esperienza è durata sei giorni ed è stata indimenticabile. Ho conosciuto tante persone di diversi Paesi, ognuno con una realtà e una cultura diversa… ma ci sentivamo anche uguali, come una famiglia: siamo una generazione che lotta per un futuro più empatico, più unito e solidale, dove non si faccia discriminazione per l’appartenenza ad una etnia, per l’età o per un’idea. Grazie a questo Campo continentale, abbiamo imparato a lavorare meglio in squadra, a considerare la diversità, a non discutere quello che non conosciamo direttamente e a farci aiutare da chi ha più esperienza, per costruire un mondo migliore, tenendo conto di tutti i punti di vista.
Adesso, continuiamo a lavorare quasi tutti i giorni con questi giovani, attraverso le videochiamate. Stiamo lavorando ad un progetto chiamato “1000 azioni per un cambiamento”, che cerca di generare azioni ecologiche per mitigare la crisi climatica, e del quale sono il rappresentante nel mio Paese.
Alla fine, volevo aggiungere che, come Ragazzi per l’unità del Cile, in questi ultimi due anni, abbiamo aggiunto le problematiche ambientali ai nostri campi estivi e invernali, con workshop per insegnare ai ragazzi come riciclare e come fare gli Eco-contenitori, e anche approfondimenti su come interrompere la cultura dello scarto e trasmettere le nostre conoscienze ai più piccoli.