Jajius, l’azienda domestica funziona
Ielena Todde Guaita ha 26 anni e abita a Iglesias, in Sardegna, da quando ne aveva 6. Si è trasferita nell’isola insieme a suo fratello nel 2004 dalla sua città natale, Minsk, in Bielorussia. In questa nuova terra, circondata dall’affetto della sua famiglia adottiva, si è sentita subito a casa e ha iniziato ad amarla ogni giorno di più, facendola diventare sua. Tant’è vero che mi racconta: «Per cercare di non andare via mi sono inventata un lavoro».
Fino a qualche anno fa, Ielena sognava di andare all’università e diventare tecnico della riabilitazione psichiatrica. Poi, a un certo punto, si è resa conto che forse non era quella la sua strada, la sua missione.
Mossa da una forte passione per l’arte culinaria, imparata dai nonni Guaita, ha messo le mani in pasta e ha tirato fuori le antiche ricette familiari per dare seguito ad un’azienda nata quasi un secolo prima. Infatti, il primo panificio Guaita apriva a Iglesias nel 1928. «Il tutto è nato da mio bisnonno, Pietro Guaita. Il suo era uno dei panifici più grandi di Iglesias. Ad oggi la gente si ricorda di questo cognome, che è garanzia di qualità».
La particolarità di Jajius – “nonni” in sardo –, l’azienda aperta da Ielena Todde Guaita è che si tratta di un’impresa domestica. È un concetto ancora poco conosciuto: in pratica non c’è un locale, un punto vendita; Ielena cucina i suoi prodotti da forno e pasta fresca nel laboratorio che ha sistemato nella casa in cui vive, proprio quella dei nonni Guaita in cui aveva imparato da loro a impastare i primi dolci.
Le regole sono le stesse che valgono per qualunque altra azienda alimentare: partita Iva, manuale di autocontrollo Haccp per la sicurezza alimentare, controlli Asl della casa, nella quale si devono garantire gli spazi e i tempi adeguati per la produzione del cibo. «Il pubblico non può entrare in casa, e all’inizio è stato difficile, perché la gente non si fida di ciò che non conosce», spiega la giovane. Tuttavia, pian piano si è guadagnata la fiducia di vari clienti, per lo più venditori, che offrono i suoi prodotti nei propri locali. In più, è riuscita a farsi conoscere col passaparola e con la presenza sui social, ma anche essendo presente in diverse fiere, nelle quali può avere un contatto diretto con le persone e raccontare dell’unicità dei suoi prodotti alimentari.
Infatti, quello che li rende speciali è l’utilizzo di materie prime a chilometro zero. L’intento è di approfittare delle risorse del territorio locale o, in suo difetto, della Sardegna. Per fare ciò, Ielena cucina con farine locali biologiche, di grano grezzo, macinate a pietra. «Questo grano in commercio non si trova. Per questo il prodotto finale è diverso… Questo è il mio cavallo di battaglia», confessa l’imprenditrice.
La sua specialità sono i “mustazzeddus”, che costituiscono la sua produzione principale. In pratica si tratta di una focaccia ripiena con pomodori, aglio e basilico, tipica della cucina sarda con origine iglesiente.
Oltre alle tradizionali “ricette della nonna”, molto apprezzate e ricercate, Ielena aggiunge un tocco personale alle sue creazioni, generando innovazione e nuovi sapori. È il caso dei biscotti al vino Cannonau, o dei mustazzeddus al radicchio e al cavolo rosso.
L’impresa Jajius di Ielena Todde Guaita porta, inoltre, il marchio di qualità etico-ambientale WarFree, garanzia che le materie prime utilizzate e la gestione aziendale non supportano in nessun modo l’attività bellica.
A Ielena il lavoro manuale dà tanta soddisfazione. Continuare a portare avanti l’attività dei suoi nonni ha un valore non solo emotivo, ma anche di superamento personale e di espressione del proprio talento. E a dar conferma di questa sua vocazione è il riscontro di chi afferma che la qualità del prodotto si sente, così come gli ordini che, nonostante abbia iniziato da poco, arrivano già da tutto il Sulcis-Iglesiente.
Con tutto ciò, la situazione lavorativa non è rosea e la giovane si vede costretta ad affiancare alla sua attività imprenditoriale un secondo lavoro per sostenersi economicamente. «Nell’isola è difficile trovare un lavoro ben retribuito, e le condizioni contrattuali non offrono stabilità a lungo termine», spiega Ielena. Perciò, malgrado tutti gli sforzi e la fatica fisica, la forza della sua passione la spinge a proseguire, nella speranza di riuscire un giorno a dedicarsi completamente a questo sogno culinario che non ha fatto che cominciare.
__