Ivrea e la battaglia delle arance

Una manifestazione antica che mescola storia e tradizione: i cittadini affermavano in questo modo originale il loro anelito alla libertà
carnevale di ivrea

Ieri è stata la giornata clou dello storico Carnevale di Ivrea, un evento unico, particolare, legato a costumi antichi e rievocazioni storiche, non solo per il Piemonte, poiché la manifestazione è stata riconosciuta “di rilevanza internazionale". Il Carnevale della famosa e spettacolare “Battaglia delle arance" travalica e fonde i secoli e riesuma personaggi storici come la Vezzosa Mugnaia, eroina della festa, simbolo risorgimentale di libertà, il Generale con il suo stato maggiore napoleonico, il Sostituto gran Cancelliere, il Podestà garante della libertà cittadina, il Corteo con le bandiere dei rioni rappresentati dagli Abbà ed i Pifferi e Tamburi. La Battaglia delle arance riempie di colori e profumi la città, ed è un momento di grande coinvolgimento e forte emozione, che rievoca la ribellione popolare alla tirannia. Nella battaglia il popolo, rappresentato dagli aranceri a piedi sprovvisti di qualsiasi protezione, combatte a colpi di arance contro le armate del Feudatario, rappresentate da tiratori su carri trainati da cavalli, che indossano protezioni e maschere che ricordano le antiche armature.

 

L’uso delle arance è entrato in voga dalla metà dell’Ottocento. Secoli prima, nel Medioevo, erano invece utilizzati i fagioli.

Si racconta infatti che due volte l’anno il feudatario regalasse una pignatta colma di fagioli alle famiglie più povere e queste, per disprezzo, gettassero i fagioli per la strada. Gli stessi fagioli erano anche utilizzati nel periodo di carnevale, come scherzosi proiettili da lanciare ad improvvisati avversari. Intorno alla metà del secolo scorso, insieme a confetti, coriandoli, fiori e lupini, le giovani ragazze lanciavano dai balconi, cercando di colpire le carrozze del corteo carnevalesco, qualche arancia. I destinatari erano i giovani dai quali le stesse ragazze volevano farsi notare.

Dalle carrozze si cominciò a rispondere scherzosamente a tono e, col tempo, il gesto si trasformò dapprima in duello, poi in una vera e propria battaglia tra lanciatori dai balconi e lanciatori di strada. Solo dopo la seconda guerra mondiale la battaglia assunse i connotati attuali seguendo regole ben definite.



 

Oggi lo scontro si svolge nelle piazze della città, e vede "combattere" equipaggi sui carri (a simboleggiare le guardie del tiranno) contro le squadre di aranceri a piedi (a simboleggiare i popolani ribelli) formate da decine di tiratori.

Si tratta del momento più particolare della manifestazione che evidenzia la lotta per la libertà, simbolo del carnevale eporediese. 
Il getto delle arance rappresenta anche il momento in cui è più elevata la partecipazione collettiva: tutti possono parteciparvi, iscrivendosi in una delle squadre a piedi oppure diventando equipaggio di un carro da getto. Quest’anno al corteo storico hanno partecipato ben 32 carri e ove squadre a piedi

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