Italia, primo importatore di merci dal Camerun
Nel periodo dal 2019 al 2023, l’Italia ha importato merci dal Camerun per un totale medio annuo di 302 milioni di euro. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica del Camerun (Ins), questa cifra rende l’Italia il primo cliente del Camerun fra i membri del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Gran Bretagna e Stati Uniti).
L’Italia supera quindi la Francia, le cui importazioni dal Camerun ammontano, nel periodo in esame, ad una media annua di 282,6 milioni. Gli Stati Uniti arrivano a poco più di 111,3 milioni di acquisti annuali. Seguono la Germania (57 milioni), la Gran Bretagna (54,3 milioni), il Canada (31 milioni) e il Giappone (6,2 milioni).
Secondo i dati elaborati dall’Ins, le esportazioni del Camerun verso i Paesi membri del G7 sono ammontate a 4,2 miliardi di euro nel quinquennio 2019-2023 (ca. 845 milioni l’anno). Sono costituite essenzialmente da petrolio greggio, che incide per il 47%, seguito da gas naturale liquefatto (12%), segati di legno (8%), pasta di cacao (8%), alluminio grezzo (7%) e gomma grezza (7%).
L’Italia ha quindi consentito al Camerun di realizzare in media un attivo commerciale annuo di 160 milioni di euro. Nel periodo in esame, infatti, l’Italia si è posizionata come il 4° fornitore (all’interno del G7) del Camerun con beni per un valore medio di 142 milioni l’anno.
Invece, il commercio tra Camerun e gli altri Paesi del G7, tra 2019 e 2023, rappresenta generalmente un deficit per il Camerun.
Il primo fornitore (527 milioni di euro) e 2° cliente del Camerun (282,6 milioni), negli ultimi cinque anni, è stata la Francia, che ha piuttosto contribuito ad incrementare il deficit commerciale del Camerun, che ammontava complessivamente a fine 2023 a oltre 2,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, il deficit nei confronti della Francia si attesta in media intorno a -244 milioni, Germania (-132 milioni), Giappone (-124 milioni), Stati Uniti d’America (-116,5), Gran Bretagna (-33 milioni) e Canada (-23 milioni).
Secondo l’Ins, le importazioni camerunesi dal G7 hanno rappresentato il 21% (6,8 miliardi) del mercato totale delle importazioni del Camerun nel periodo 2019-2023. Ci sono almeno cinque prodotti che pesano sul deficit della bilancia commerciale camerunese: carburanti e lubrificanti (11% delle importazioni) seguiti da grano (9,2%), autovetture (7,7%), medicinali (5,7%) e veicoli per il trasporto merci (2,9%).
Il costante ricorso all’importazione di questi prodotti nei 5 anni in oggetto potrebbe essere a sua volta attribuito in gran parte al disastroso incendio subito dall’impianto della Société nationale de raffinage (Sonara) avvenuto nel maggio 2019. L’unica raffineria del Paese (a Limbe, circa 70 km ad ovest di Douala) è in via di riattivazione, avendo la missione principale di soddisfare le esigenze del mercato camerunese di prodotti finiti derivati dal petrolio (butano, benzina, cherosene, carburante per aerei, diesel, ecc.).
Il Camerun deve però ancora lavorare molto per ridurre la dipendenza dalle importazioni, stimata oggi al 98% rispetto ad appena il 2% di prodotti locali. Una pista sulla quale si sta lavorando è lo sviluppo dell’industria farmaceutica nazionale.
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