Italia: istruzioni per l’uso
Il mestiere di conduttore, si sa, è difficile. Mille tensioni, ansie e preoccupazioni, che non si comprende bene, tuttavia, perché vadano scaricate sul radioascoltatore.
Il mestiere di conduttore, si sa, è difficile. Mille tensioni, ansie e preoccupazioni, che non si comprende bene, tuttavia, perché vadano scaricate sul radioascoltatore. Chi si sintonizza, dalle 6 e 10 alle 6 e 50 del mattino su Radio1, incontra ad esempio il programma Italia: istruzioni per l’uso condotto dalla giornalista Emanuela Falcetti. Lo stile colloquiale, diretto, spigoloso, ansiogeno e sincopato come il caffè, per alcuni avrà il buon effetto di destarsi meglio, per altri quello di innervosirsi sin dalle prime ore del nuovo giorno. E dire che i temi trattati, i diritti e i doveri del cittadino sono utili e interessanti per capire i servizi e i disservizi del Belpaese e chiarire le varie domande irrisolte che sorgono dalla cronaca quotidiana. Come radioascoltatori ci piacerebbe che gli argomenti fossero spiegati e introdotti meglio senza dare per scontato che si conoscono i temi di cui si parla e che gli ospiti avessero più spazio e tempo per argomentare meglio le loro idee. Ci piacerebbe, inoltre, che venissero interrotti gli sproloqui e gli sbrodolamenti di alcuni ospiti che si parlano addosso. È comunque un programma di vero servizio pubblico che permette di conoscere delle problematiche che normalmente sfuggono al continuo flusso di notizie spesso ripetitive e pilotate, oppure poco approfondite. Anche a leggere i blog su Internet, il programma divide il pubblico tra detrattori ed estimatori. Al centro della questione non i temi, che interessano e sono apprezzati, ma lo stile della conduzione.