Rinnovabili, Italia prima in Europa

Torna a salire la quota dell’energia prodotta da fonti alternative al carbone e l’Italia è in testa nell’energia solare

Il Continente europeo continua a rinnovarsi nella produzione di energia, aumentando la quota dalle fonti rinnovabili. Nel 2018 il dato relativo all’elettricità green è aumentato del 2% salendo a 32%. Nello stesso anno è invece calata del 6% la richiesta di energia prodotta dal carbone.

Questi dati sono stati raccolti dal centro studi tedesco Agora Energiewende e l’inglese Sandbag, che hanno poi prodotto il rapporto “Il settore energetico europeo nel 2018″. Questo report spiega chiaramente l’attuale panorama europeo del settore elettrico.

«L’Europa sta dimostrando che sostituire il carbone con le rinnovabili è il modo più rapido per ridurre le emissioni – ha affermato Dave Jones, tra gli autori dello studio –. In soli 6 anni, tra il 2012 e il 2018, le emissioni annuali di CO2 in Europa prodotte dalle centrali a carbone sono diminuite di 250 milioni di tonnellate, senza che le emissioni date dalla produzione di energia con il gas naturale aumentassero».

La produzione di energia da fonti rinnovabili è dovuta all’installazione di nuovi impianti solari, eolici, a biomassa e all’idroelettrico. L’uso del carbone invece continuerà a diminuire fino alla dismissione delle ultime centrali che ancora oggi producono elettricità da questo fossile inquinante. Infatti il maggior problema è la lignite (carbone fossile contenente dal 55 al 75% di carbonio, con modesto potere calorifero): la Germania ad esempio, rappresenta quasi la metà della generazione da lignite dell’Ue e ha programmato la fase di abbandono totale di questo materiale solo nel 2038.

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In Italia nello scorso anno, secondo Terna (l’operatore che gestisce le reti nazionali per la trasmissione dell’energia elettrica), la produzione di energia da fonti rinnovabili è passata dal 33 al 35%, mentre per quanto riguarda la quota dei consumi energetici complessivi, la crescita è arrivata al 18,3%, un valore superiore sia al dato 2016 (17,4%) sia – per il quarto anno consecutivo – al target assegnato all’Italia dalla Direttiva 2009/28/CE per il 2020 (17%).

In Europa il solare rappresenta solo il 4% mentre in Italia siamo al 9 (ben sopra la media). Secondo il Gse (Gestore dei servizi energetici nazionali) questo dato dipende soprattutto dalle condizioni climatiche a nostro favore (siamo sempre il Paese del sole!!!) e «il buon irraggiamento ci ha consentito di registrare il record storico nella produzione fotovoltaica (24,4 TWh, +10,3% rispetto al 2016), e le temperature mediamente inferiori a quelle dell’anno precedente, che hanno sostenuto il consumo diretto di biomassa nel settore residenziale (6,8 Mtep) con un + 9,5% rispetto al 2016», ribadisce Gse.

Quindi, se nel 2018 le nuove installazioni di fotovoltaico in Europa hanno registrato un aumento del 60%, con quasi 10 GW di potenza, vuole dire che il trend è assolutamente positivo e può quindi solo migliorare nei prossimi anni.

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