Italia a rischio

Servono provvedimenti immediati, perché il destino del Paese spaventa l'Unione europea  
Napolitano Berlusconi

È ormai chiaro che il destino dell’Italia condizionerà quello dell’intera Unione europea, contribuendo, in ultima analisi, a ridefinire gli equilibri dell’intero pianeta. Ovviamente, il timore generalizzato – nel mondo occidentale, almeno – è che questa influenza sia negativa, che l’Italia, cioè, si avvii verso il fallimento, innescando un effetto domino che non si sa bene dove conduca. Di certo, quindi, il mondo ci guarda e, in questo sentirci osservati, scopriamo l’interdipendenza sotto la specie del contagio, reciproco, della crisi.

 

Anche un preoccupatissimo presidente Napolitano è in campo per affiancare il governo, che ha esortato ad agire con immediatezza. Infatti, c’è da rendere operativi i contenuti della lettera consegnata dal presidente Berlusconi a Bruxelles. Ma le difficoltà non sono poche e il Consiglio dei ministri di ieri sera le ha rivelate tutte. Oltre alla maggioranza che in Parlamento diviene sempre più risicata, ai veti incrociati che rendono ardui gli accordi, soprattutto perdura il contrasto di gran parte dei ministri e dello stesso presidente con il titolare dell’Economia Tremonti.

 

Deve dimettersi il governo, come di giorno in giorno viene chiesto da una lista sempre più lunga di soggetti, compreso, ieri, il direttore del Corriere della Sera, de Bortoli? Il presidente Berlusconi e tutti i ministri ritengono che l’emergenza non dipenda dal governo; anzi, sarebbe proprio l’emergenza a suggerire di non aprire una crisi che sarebbe al buio, data la mancanza di un’alternativa. E in effetti, se mantiene una maggioranza parlamentare, il governo deve governare; ma deve ritrovare compattezza interna e, con essa, unità di intenti con il ministro dell’Economia, così da affrontare compatto il passaggio parlamentare per l’approvazione del maxiemendamento varato con tanta difficoltà ieri notte.

 

Sperando che dal G20 provengano per noi segnali concilianti e i mercati si calmino. Ma se nei prossimi giorni la sterzata non ci fosse, la situazione si presenterebbe davvero drammatica e allora quello di un nuovo governo, a guida di un’autorevole personalità, diventerebbe un tentativo obbligato in nome della condivisione delle attuali gravissime responsabilità da parte di tutta la classe politica.

 

Non sappiamo se questa ipotesi, sotto l’urto della crisi, possa giungere a maturazione, e anche nei tempi strettissimi che richiede; perciò, attendiamoci dal governo e dalla maggioranza il varo tempestivo di tutte le misure che l’Europa e il mondo aspettano.

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