Italbasket: inizia bene l’era Sacchetti

Gli azzurri, dopo i quarti di finale raggiunti al Mondiale e l’addio di coach Ettore Messina, ricominciano dal tecnico che ha portato lo scudetto a Sassari. Lo fanno con due vittorie consecutive nella strada che porta al Mondiale 2019: ieri, Croazia asfaltata 80-64
Romeo Sacchetti (Italbasket)

«L’atmosfera ci ha messo soggezione, siamo entrati in campo come dei bambini paurosi. Gentile ha evitato che prendessimo un brutto parziale grazie ai suoi 10 punti, poi i ragazzi hanno preso fiducia, iniziando a giocare come sanno»: le parole di Romeo Sacchetti sintetizzano meglio di qualsiasi cronaca l’andamento della sua prima, grande vittoria alla guida della nazionale italiana, con la Croazia travolta a domicilio 64-80. «Loro sono una squadra molto fisica – ha ribadito l’ex allenatore della Dinamo Sassari – e all’inizio questo ci ha messo in grande difficoltà. Sono felice che i ragazzi abbiano reagito alla grande: Della Valle ha giocato come di solito gioca a Reggio Emilia, ma in generale ho avuto ottime risposte da tutti, ed è stato bello vederli giocare questa sera (ieri per chi legge, ndr). Non sappiamo cosa accadrà, ma questo è un bellissimo gruppo».

Il tempo dei responsi è ovviamente ancora lontano, ma il nuovo corso Sacchetti sembra iniziare sotto buoni auspici: due vittorie in due partite nel primo girone di qualificazione verso i Mondiali 2019, ottenute con Romania e Croazia, sono il miglior biglietto da visita possibile per il nuovo head coach azzurro. Il 75-70 dell’esordio contro la Romania aveva lasciato in realtà qualche dubbio, con un ultimo quarto in cui la squadra ha mollato mentalmente consentendo ai rumeni di rientrare nel match: «troppa sufficienza – aveva dichiarato Sacchetti – forse servono due schiaffi. Voglio capire se questa Nazionale pensa di essere più brava di quanto sia realmente». La risposta ai dubbi, però, è arrivata con la grande prestazione di ieri a Zagabria: dopo essere andati sotto di 16-4 l’Italia, trascinata da Gentile, ha iniziato a difendere duro: 25-16 per i croati nel primo quarto, quindi Della Valle si erge ad assoluto protagonista guidando la rimonta azzurra, con la seconda frazione che si chiude 35-32 per gli azzurri.

Dopo l’intervallo lungo, gli azzurri inseriscono il turbo e volano via: la tripla di Polonara porta l’Italia sul 42-32, poi Della Valle colpisce ancora con ottime percentuali da tre, facendo volare i ragazzi di Sacchetti fino al 50-36. La reazione croata non c’è e il dominio di Gentile e compagni viene sancito dai punti dell’80-60 siglati dall’ala piccola dell’Olimpia Milano Awudu Abass. Il punteggio finale ci indica chiaramente come dall’intervallo in poi gli azzurri abbiano giocato una grande pallacanestro, per intensità e qualità: è una nazionale priva delle stelle Nba Belinelli e Gallinari e senza leader storici quali Datome e Hackett che però, aggrappandosi a giocatori d’esperienza e carisma come Vitali, Aradori, Gentile e Crosariol, è riuscita a venire a capo dell’ostacolo più duro del gironcino. L’Italia, dopo le prime due partite, è in testa a punteggio pieno, inseguita dal tandem Romania-Paesi Bassi a quota 2 e da una Croazia sorprendentemente ferma al palo, con due ko consecutivi.

La strada per i Mondiali 2019 è ancora lunga: la prima fase si concluderà a luglio 2018, con le prime tre del gruppo che si incroceranno a Lituania, Ungheria e Kosovo, portando con sé in dote i punti già conquistati. Chi ben comincia però, è già a metà dell’opera: Meo Sacchetti, in tal senso, è stata forse la miglior scelta possibile per rilanciare il progetto di una Nazionale che da troppi anni non raggiunge traguardi importanti, nonostante il passaggio di una generazione che ha visto i primi giocatori azzurri diventare protagonisti fissi in NBA. L’ex giocatore dell’Auxilium Torino ha fatto parte di quella generazione d’oro del basket italiano che ha conquistato con la maglia della nazionale l’argento olimpico nel 1980, l’oro europeo tre anni dopo e il bronzo ai Mondiali del 1985: una carriera di successi che, però, non gli ha impedito di iniziare la carriera di allenatore facendo una sana e giusta gavetta. Dalla Serie C2, poi, sono arrivati i “miracoli” di Capo d’Orlando e Sassari: in Sicilia arriva alle semifinali dei playoff, portando la squadra in Europa e assistendo all’ultima, grande stagione di Gianmarco Pozzecco. In Sardegna, partendo dalla Serie A2, ha tirato fuori lo splendido Triplete del 2015, con Campionato, Supercoppa e Coppa Italia in bacheca. Per Sacchetti l’approdo in nazionale è stato «un sogno che si realizza, il top della carriera per un allenatore»: la speranza di tutti è che questo sia l’ennesimo capitolo vincente della sua straordinaria storia sportiva.

 

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