Israele, approvata la nuova legge sull’obbligo militare

Con 67 voti a favore ed uno contrario il Parlamento israeliano ha esteso l'onere della leva obbligatoria anche agli ebrei ultra-ortodossi, finora esentati. L'opposizione boicotta il voto in segno di protesta
Ebrei ultra-ortodossi manifestano contro la legge che li obbliga a prestare servizio militare

La Knesset, il Parlamento israeliano, ha approvato in pratica all’unanimità la nuova legge sull’obbligo militare che viene esteso anche agli ebrei haredin, ultra-ortodossi. La notizia è apparsa sui maggior quotidiani, immediatamente a lato alla notiza dei missili, una ventina, sparati da Gaza verso il Sud del Paese. La votazione in Parlamento si è svolta nella mattinata di mercoledì e si è conclusa con un risultato inequivocabile: 67 a favore ed uno contrario. Il risultato unanime è dovuto anche al fatto che l’opposizione ha boicottato le operazioni di voto in segno di protesta.

«Si tratta di una vittoria storica», ha affermato MK Ayelet Shaked, presidente della Commissione della Knesset che ha proposto il disegno di legge. Infatti, da ben 65 anni, dal giorno della fondazione dello Stato di Israele, gli studenti delle cosiddette scuole yeshiva erano esentati dall’obbligo del servizio militare. La parlamentare ritiene che la legge proposta ed approvata sia proporzionata, graduale e ragionevole, anche se il Movement for quality government ha subito presentato un appello presso la Corte Alta per un riesame del disegno di legge.

La vittoria parlamentare di coloro che sono favorevoli ad allargare l’obbligo militare anche agli studenti delle yeshiva è stata ostacolata dalla comunità ulta-ortodossa anche con manifestazioni di piazza che non si erano mai viste nello Stato di Israele (nella foto un momento delle manifestazioni nei giorni precedenti la votazione). Inoltre, a livello giuridico, un gruppo di 30 esperti e analisti della comunità degli haredin ha affermato che una legge che prevede il carcere per gli studenti yeshiva che rifiutano di prestare il servizio sotto le armi rappresenta un pericoloso processo di rallentamento della piena integrazione della comunità nel sistema nazionale. Questo gruppo di esperti sostiene che la legge appena approvata può essere fonte di problemi diversificati e senza fine.

A fronte di questo, tuttavia, il ministro delle Scienze e della tecnologia, Ya'akov Peri, è dell’opinione che si tratta di una questione che arriva al cuore delle tensioni e dei conflitti della società israeliana. «Ci saranno dei cambiamenti radicali – ha affermato il ministro – che porteranno alla soluzione dei problemi».

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