Ischia, protagonisti i giovani

Kosmopolis, una scuola di formazione politica per ridurre la distanza coi cittadini. Intervista al vice-sindaco,  Agostino Mazzella, che ne è fra i promotori

«Sono molte le cose apprese durante il percorso, ma due in particolare mi hanno segnato: sensibilità e concertazione. “Sensibilità” verso tre tematiche fondamentali quali ambiente, sanità e famiglia. L’opportunità dataci dal comitato didattico ci ha consentito di ascoltare le voci di docenti universitari, medici e volontari che hanno reso evidente la connessione dell’uomo con queste realtà e il bisogno che ricevano maggiori attenzioni da parte dei cittadini. La “concertazione” è la necessità di ascoltarsi e ricercare insieme la strada giusta, e questo è il principale regalo della scuola, perché solo insieme si possono fare le scelte giuste per il futuro». Così Giovanni Orlacchio, al IV anno del liceo scientifico ad Ischia, descrive la sua esperienza alla Scuola di formazione politica “Kosmopolis”, promossa dalla Diocesi e gestita da realtà ecclesiali isolane.

Nata nel 2012 con l’intento di accompagnare i giovani nella cittadinanza attiva e nell’impegno politico, la scuola “Kosmopolis”, che ha appena concluso il suo secondo ciclo pluriennale, ha visto la partecipazione negli anni di circa 200 persone fra cui 120 giovani under 35.

Ne abbiamo parlato con Agostino Mazzella, vicesindaco ischitano, fra i promotori dell’iniziativa.

Perché creare una scuola di partecipazione politica a Ischia? Ridurre la distanza fra la vita dei cittadini e il mondo della politica è l’obiettivo che ci siamo posti. Il malcostume spinge i cittadini ad estraniarsi dalla politica e allora si verificano due fenomeni: il disimpegno di coloro che sono eticamente motivati, e l’isolamento dei tanti impegnati nella vita pubblica, che si sentono sopraffatti dal degrado.

Come si articola l’attività didattica? Nel primo anno affrontiamo tematiche generali come partecipazione, democrazia, ruolo dei giovani in politica, i fondamenti della dottrina sociale cristiana, con lezioni frontali. Nel secondo anno approfondiamo tematiche specifiche del territorio attraverso dei laboratori nei quali i giovani si sentano protagonisti. Nel primo ciclo il focus è stato il mare inteso come bene politico e nel corso del laboratorio i ragazzi hanno ricercato documenti, dati statistici e fatto interviste ad esperti, giornalisti e politici. Nel secondo ciclo ci siamo occupati di ambiente, salute e famiglia.

Ci racconta qualche esperienza di partecipazione o proposta politica per l’isola emersa in questi anni? Sul tema della depurazione delle acque, che su un’isola è importante, abbiamo favorito l’incontro fra Regione ed enti locali. Abbiamo raccolto dati e fatto un convegno invitando la Regione a spiegare perché il depuratore è fermo. In Comune abbiamo intervistato vari amministratori e l’ingegnere capo per capire quali sono le difficoltà da superare. Il laboratorio ha affrontato anche la problematica della rete fognaria, ancora incompleta, e il problema dell’acidificazione del mare. Infatti, prendendo spunto da un fatto naturale che interessa un breve tratto di costa isolano, dove l’apporto di anidride carbonica proveniente dalle fumarole acidifica il mare alterandone l’ecosistema, i ragazzi hanno presentato agli amministratori locali una simulazione su un possibile scenario futuro del mare, qualora le autorità politiche dovessero restare insensibili al tema. Alla fine di ogni ciclo la scuola organizza un convegno presentando un’agenda politica e quest’anno, all’avvicinarsi delle elezioni amministrative, abbiamo chiesto ai candidati sindaco di far propri questi obiettivi inserendoli nei loro programmi.

Quali punti prevede l’agenda politica presentata quest’anno? Anzitutto proponiamo un metodo, quello del dialogo e della condivisione: la tutela dell’ambiente, della salute e delle fasce sociali più deboli richiede maggior coordinamento tra enti locali, organismi territoriali, istituti di ricerca, associazioni di categoria e volontariato. Un metodo messo in atto nei giorni immediatamente dopo il terremoto che ha colpito il Comune di Casamicciola, allorquando i 6 sindaci dei diversi Comuni isolani si sono trovati insieme per condividere una linea comune, riuscendo a coniugare lo spirito di solidarietà verso la popolazione colpita col bisogno di veicolare, oltre le polemiche sull’abusivismo purtroppo esistente, un messaggio di normalità, perché oltre i ¾ dell’isola non hanno subito danni. Tornando all’agenda politica, abbiamo chiesto fra l’altro il completamento della rete fognaria isolana; la promozione e il rilancio dell’area protetta “Regno di Nettuno”; di migliorare la raccolta differenziata e promuovere il trasporto pubblico ecosostenibile; di incentivare l’imprenditoria giovanile; infine vogliamo il riconoscimento dell’isola quale area disagiata per tutelare meglio la salute dei cittadini isolani.

Pur ispirandosi ai valori del pensiero sociale cristiano, la scuola è aperta a persone di tutte le fedi e convinzioni politiche. Come si realizza il dialogo? Nel primo anno, trattando temi generali, il confronto è agevolato, ma comunque i principi del pensiero sociale cristiano che ispirano la scuola trovano ampia convergenza, in quanto si traducono in obiettivi e proposte condivisibili da persone di buona volontà. Naturalmente alcune difficoltà sono nate all’atto di dover applicare questi propositi, per esempio sull’idea di creare un comune unico per tutta l’isola, ma la soluzione siamo riusciti a trovarla nel dialogo e nell’ascolto soprattutto dei giovani, che vogliamo rendere protagonisti.

La politica e le istituzioni locali come hanno accolto questa iniziativa? L’attenzione è notevole, perché di queste scuole in Italia ce ne sono poche, ma si fa ancora poco per promuoverle, sfruttarne le competenze e valorizzare i ragazzi, che, usciti dalla scuola, non trovano spazio, e questo è il grande dramma. Ma di positivo nella nostra esperienza c’è il riconoscimento da parte delle istituzioni locali di “Kosmopolis” come luogo d’incontro e spazio di dialogo tra cittadini, esperti ed amministratori, frutto della stima guadagnata sul campo nel corso di questi anni.

Al termine di ogni ciclo i partecipanti conducono un’indagine sui temi affrontati e i risultati non sono mai scontati… Quest’anno l’indagine ha rilevato il giudizio dei cittadini sull’operato dei politici su ambiente, salute e famiglia. Al termine del primo ciclo è stata misurata la percezione degli isolani rispetto al tema del mare come bene politico. Abbiamo scoperto che molto spesso la società civile ha idee più aperte e lungimiranti delle soluzioni adottate dalla politica e uno spirito di solidarietà sconosciuto ai più, una sfida interessante, soprattutto alla luce di quanto accaduto durante il terremoto.

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