Iraq: La voce delle chiese
Anche la Chiesa ortodossa russa si unisce al coro di no alla guerra in Iraq che si sono levate in questi giorni da tutte le chiese cristiane e comunità religiose d’Europa e del mondo (Stati Uniti compresi). “L’esperienza della storia ci dimostra che è molto facile scatenare una guerra, ma è estremamente difficile portarla a termine. Nessuno può prevedere tutte le conseguenze di un conflitto, soprattutto in una regione così complessa come il Medio Oriente”. A spiegare la posizione del Patriarcato di Mosca è il metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, che aggiunge: “Si può e si deve combattere il pericolo della proliferazione delle armi di distruzione di massa solo attraverso le vie pacifiche della diplomazia e in totale accordo con le leggi internazionali e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Non c’è stato giorno in cui non sono giunti nelle redazioni di tutto il mondo appelli delle chiese cristiane per la pace in Medio Oriente. Ripetuti sono stati i richiami del Santo Padre alla comunità internazionale, ma a spiegare il no della Chiesa cattolica alla teoria della “guerra preventiva” è mons. Jean Louis Tauran, ministro degli esteri della Santa Sede: “Non rientra affatto nei canoni della guerra giusta – ha detto – nemmeno se questa venisse autorizzata da un voto dell’Onu”. Dagli Stati Uniti, i vebrevi scovi cattolici definiscono “inaccettabile” un attacco preventivo all’Iraq, ed in Italia mons. Giuseppe Betori – a nome dei vescovi italiani – aggiunge: “Senza una concreta situazione di minaccia, attuale e non possibile, non si può giustificare alcun atto di guerra”. È sceso in campo anche il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli per ricordare le conseguenze catastrofiche che un attacco militare in Iraq può provocare nella regione del Golfo e sulla stabilità della pace e della sicurezza nel mondo. Anche la Chiesa di Inghilterra, nella persona dell’arcivescovo di Canterbury, si è più volte appellata al premier Blair per auspicare una “soluzione pacifica” alla crisi irachena. FRANCIA No alla clonazione umana Protestanti e cattolici uniti nel dire no alla clonazione umana e chiederne il divieto “esplicito” nel quadro legislativo francese. È successo in Francia dove la Conferenza episcopale e la Federazione protestante hanno diffuso dichiarazioni quasi in contemporanea, nei giorni in cui il Parlamento francese ha ripreso il dibattito sul “progetto di legge relativo alla bioetica”. Secondo i vescovi cattolici, la clonazione umana comporta pericolose “ingerenze sugli elementi essenziali dell’identità del futuro essere umano “, rappresenta “un attentato grave alla dignità dell’uomo ” e testimonia “una totale mancanza di rispetto per il bambino coinvolto”. I protestanti chiedono invece al Parlamento di “fissare definitivamente nel quadro legislativo il divieto della clonazione a fini riproduttivi”. “Qualunque siano le nostre decisioni e le nostre scelte etiche – si legge nel loro documento – la vita rimarrà sempre un mistero. Per quanto complesse e sofisticate possano essere, la scienza e la tecnologia non avranno mai l’ultima parola”. ITALIA Un pioniere dell’ecumenismo Aveva preso a cuore la causa dell’unità dei cristiani e il suo pontificato ha rappresentato agli inizi del Novecento “l’alba dell’ecumenismo”. Così il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, ha presentato papa Leone XIII inaugurando il 24 gennaio a Perugia (Italia) le celebrazioni promosse dalla diocesi per l’anniversario della morte del papa (1903-2003). “Papa Leone XIII – ha detto Kasper – ha compiuto passi pratici e concreti per la promozione dell’unità dei cristiani” e manifestò sempre un grande apprezzamento per i riti e le costituzioni ecclesiastiche dell’oriente. Si rivelò un papa ecumenico anche nell’uso dei termini evitando, per esempio, parole come “scismatici” ed “eretici”, preferendo parlare di “fratelli separati”. Purtroppo, però – ha aggiunto il card. Kasper -, il suo “coraggioso percorso ecumenico” apparve “troppo lungimirante” per la mentalità dell’epoca”. Si dovette così aspettare la metà del XX secolo perché la Chiesa cattolica si aprisse ufficialmente al movimento ecumenico. FAMIGLIA Il valore della fedeltà Troppi matrimoni naufragano e, all’apertura dell’anno giudiziario della Sacra Romana Rota, Giovanni Paolo II ha esortato i coniugi cristiani a rimanere fedeli nonostante le difficoltà, come Dio è fedele a loro. Aumentano le cause prese in esame dalla Sacra Rota: lo scorso anno sono arrivate in Vaticano vertenze matrimoniali da ben 24 nazioni del mondo. Prendendo la parola, Giovanni Paolo II ha manifestato tutta la sua preoccupazione ed ha richiamato alla responsabilità tutta la comunità cristiana, dai giudici agli psicologi. “Tutti – ha detto – devono tenere presente che hanno a che fare con una realtà sacra e con una questione che tocca la salvezza delle anime”.