Ipervicini di distretto
In un recente podcast pubblicato sul sito Acast[1], che ospita conversazioni in varie lingue, Patrick Bernard racconta la sua esperienza in un quartiere di Parigi. La storia appare inquadrata insieme ad altri podcast sullo stesso argomento sotto il titolo “Vivere la città e ripararla”, perché ciò che narra Bernard è appunto la vicenda della République des hyper voisins (La repubblica degli ipervicini, di cui Bernard è uno dei fondatori).
Già alla fine di novembre 2019, Le Monde riferiva di “un laboratorio di azione locale molto popolare a Parigi”. «In una capitale impersonale e a volte aspra, possiamo ricreare la vita del villaggio, addolcire le maniere con gesti semplici?», si domandava allora Denis Cosnard nel suo articolo sul quotidiano francese. Poco prima, l’Institut Paris region aveva pubblicato sul proprio sito[2] un lungo approccio al fenomeno in crescita nel 14º distretto, nel sud della capitale francese, nel quale lodava la capacità e velocità con cui gli abitanti si erano organizzati per far fronte al periodo di confinamento durante la pandemia: «Hanno fatto mascherine, camici e cappelli per ospedali e case di cura; hanno cucinato insieme e in quantità per il personale infermieristico; si sono preoccupati per la sorte del vicino […], si sono rapidamente costituiti gruppi WhatsApp per coordinare l’aiuto reciproco tra chi ha bisogno e chi ha i mezzi».
La storia degli ipervicini ha poi scavalcato i confini della stampa francese e la si può rintracciare ancora in giornali come l’inglese The Guardian o lo spagnolo El Diario, con lo stimolante titolo: «La rivoluzione inizia dicendo buongiorno nel tuo quartiere». Da dove parte questa “rivoluzione”? Patrick Bernard l’ha spiegato in diverse occasioni. Nell’aprile 2017 si è trovato con alcuni residenti del 14° distretto e con l’idea di promuovere la convivenza e osservarne gli effetti sull’economia del territorio. Era convinto che rafforzare i legami sociali crea ricchezza, anche se è difficile dire di quale tipo e come misurarla. Prima ancora aveva incontrato filosofi, sociologi, urbanisti e perfino psicanalisti, al fine di identificare le determinanti della convivenza umana. Bernard ha poi cercato di espandere la sua cultura personale sull’empatia, quella forma di energia che ci permette di vivere insieme, ma anche di fare cose insieme. E l’iniziativa ebbe un tale successo che a settembre 2017 erano coinvolte oltre 700 persone a fare “vita di famiglia” condividendo i loro pasti, spesso nelle strade del quartiere.
L’esperienza degli ipervicini testimonia, come altre iniziative simili, la forza dei legami sociali come terreno fertile per iniziative guidate dagli stessi residenti. Émile Loreaux e Hans Lucas, autori dell’approccio pubblicato dall’istituto Paris region, così concludono: «Queste partecipazioni dei cittadini si moltiplicano e segnano un crescente interesse da parte di nuovi attori della cosa pubblica. Resta da vedere se l’esempio di Hyper Voisins supererà con successo il test di replica».
[1] https://play.acast.com/s/refaire-la-ville/patrick-bernard
[2] https://www.institutparisregion.fr/environnement/les-hyper-voisins-ou-quand-la-convivialite-renforce-la-resilience/
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