Io non tifo l’azzardo

Monta la protesta contro la decisione della Federazione italiana giuoco calcio di accettare come sponsor, fino al 2018, la società di scommesse Intralot. Un'intesa ritenuta inaccettabile, contro la quale è già stata lanciata una petizione su Internet
Il presidente della FIGC Carlo Tavecchio foto di Maurizio Brambatti per Ansa

Il più caustico è Roberto Gastaldo, che su Twitter ha scritto: «Quindi la nazionale di calcio ora è ufficialmente pagata con i soldi delle scommesse, comprese quelle su di lei. Mi sembra consono». La svolta pro gioco d’azzardo della Federazione italiana giuoco calcio, che ha presentato la nuova maglia della nazionale, con su impresso il nuovo sponsor, Intralot, società internazionale di scommesse, non piace. Anzi, è stata e continua ad essere fortemente criticata, anche per la sottolineatura sociale ed educativa data a questa nuova alleanza.

 

«È una partnership – ha infatti affermato il presidente della Figc, Carlo Tavecchio – incentrata sui valori, visto che una parte fondamentale dell'accordo prevede l'impegno in attività sociali, rafforzando così il lavoro della Federcalcio nella promozione della cultura della legalità e per la diffusione di comportamenti consapevoli all'interno del mondo del calcio».

 

«Intralot – ha aggiunto nella conferenza stampa di presentazione il direttore generale della Figc, Michele Uva – è un marchio con cui abbiamo trovato subito affinità di valori, con l'intenzione di creare un percorso socio-educativo per combattere la ludopatia».

 

Un legame – quello stretto tra nazionale di calcio e scommesse – pericoloso e inaccettabile, fatto con fin troppa superficialità, senza pensare ai modelli che si danno agli appassionati di sport e in particolare ai più giovani, dimenticando le patologie collegate al gioco d’azzardo, le collusioni tra gli operatori di quest’ultimo e fin troppi operatori del calcio, le tremende ricadute sociali di chi soffre di ludopatie.

 

Le reazioni di cittadini comuni, politici e addetti ai lavori non si sono fatte attendere. Sono naturalmente contrari a quest'accordo le associazioni antiusura, i comitati, le organizzazioni, i volontari e gli operatori impegnati contro l'azzardo e nella prevenzione delle ludopatie.

 

Con una serie di post, l’economista Luigino Bruni ha affidato a Facebook il proprio sdegno: «Sempre peggio – ha scritto –, ma cosa dobbiamo fare per far svegliare questo paese da questa notte di inciviltà e immoralità? Tutto in svendita per qualche dollaro in più che odora del sangue dei poveri». Per poi lanciare l’iniziativa di riempire «la pagina web della Figc di messaggi di sdegno per questo patto scellerato con il lotto. Utilizziamo tutti i social… E poi si riempiono la bocca dei valori dello sport, vanno dal papa (che spero parli più forte lui che è ascoltato), e con i fatti stanno svendendo lo sport per un piatto di lenticchie avvelenate. Stasera #nonguardolanazionaletraditrice e spero spuntino striscioni a Torino…».

 

L’ironia corre sulla Rete e su Twitter “Blog da seguire” scrive: «#Intralot che invita a giocare moderatamente è come un francese che invita a consumare gli spumanti italiani». Appunto. «La palla ora torna al presidente Tavecchio – afferma Giovanni Angelone –. Speriamo bene».

 

Nell'attesa, chi vuole può dare un contributo attivo per far sentire forte il proprio dissenso a parole, con post e tweet, con mail e iniziative di protesta. È stata anche lanciata una petizione online, promossa su Change.org da Francesco Ricciardi. «Il 4 ottobre – si legge nel testo – la Figc ha stipulato una partnership con Intralot, leader nel mondo delle scommese, per essere premium sponsor di tutte le nazionali italiane di calcio fino a al 2018. Ciò significa che il gioco d'azzardo (sì, proprio questo, anche se ora si chiama "better"!) verrà promosso e veicolato in tutti gli eventi sportivi, in tutte le manifestazioni e in tutti i media! Si stima che dall'1,5% al 6% della popolazione italiana sia affetta da ludopatia o malattia da gioco d'azzardo, una vera e propria patologia che rovina persone, famiglie, nuclei sociali. E che va curata. Tradotto: da un lato lo Stato incassa (poco, molto poco perché il grosso resta nelle tasche delle multinazionali concessionarie) e dall'altro spende (tanto, tantissimo) in cure sanitarie delle dipendenze e di tutto ciò che esse provocano. Il calcio deve veicolare valori positivi, sani, integri. Non farsi portatore di un inno al gioco d'azzardo!».

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