Invito alla conversione
«Un cuore vuoto di amore è come una chiesa sconsacrata». «Quando nel nostro cuore trova posto il più piccolo dei nostri fratelli, è Dio stesso che vi trova posto». Le parole di papa Francesco durante la celebrazione eucaristica con i cardinali creati nel nuovo Concistoro non potevano essere più chiare. La via di di perfezione è possibile se albergano nel nostro cuore i sentimenti della santità di Dio da coltivare in modo artigianale, giorno per giorno, con un «lavoro di conversione, conversione nel cuore, conversione che tutti noi – specialmente voi Cardinali ed io – dobbiamo fare. Conversione!».
Conversione che passa, non da un amore astratto a Dio, ma da un amore concreto ai fratelli perché «Gesù chiede di amare chi non lo merita, senza contraccambio, per colmare i vuoti d’amore che ci sono nei cuori, nelle relazioni umane, nelle famiglie, nelle comunità e nel mondo».
«Amiamo ‒ spiega il papa ‒ coloro che ci sono ostili; benediciamo chi sparla di noi; salutiamo con un sorriso chi forse non lo merita; non aspiriamo a farci valere, ma opponiamo la mitezza alla prepotenza; dimentichiamo le umiliazioni subite».
Fino alla stoccata finale: «Il Cardinale – lo dico specialmente a voi – entra nella Chiesa di Roma, Fratelli, non entra in una corte. Evitiamo tutti e aiutiamoci a vicenda ad evitare abitudini e comportamenti di corte: intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze. Il nostro linguaggio sia quello del Vangelo: "sì, sì; no, no"; i nostri atteggiamenti quelli delle Beatitudini, e la nostra via quella della santità».
Nella sua invettiva contro la corte «era chiaro ‒ secondo Luigi Accattoli sul Corriere della Sera ‒ il riferimento ai mali che hanno tribolato gli otto anni di papa Benedetto e che papa Francesco sa di dover estirpare se non vuole esserne travolto».
Sono giorni importanti per la riforma della Curia, per le riflessioni sulla famiglia e i divorziati risposati, e, certamente non tutti sono d’accordo con il cammino avviato da papa Francesco. Forse, anche per questo, nell’Angelus torna con un messaggio chiaro: «Il Signore ci dia la grazia di lavorare per l’unità della Chiesa, di costruire questa unità, perché l’unità è più importante dei conflitti! L’unità della Chiesa è di Cristo, i conflitti sono problemi che non sono sempre di Cristo».